Cosa succede dopo un aborto? Ansia, depressione, disturbi post-traumatici da stress: l’aborto può portare le donne che lo subiscono a conseguenze anche letali. Ecco un elenco di disturbi che compaiono nei giorni successivi all’intervento di interruzione di gravidanza

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Un aborto non è mai una scelta semplice nella vita di una donna. Tra le altre cose, l’interruzione di gravidanza può portare con sé alcune conseguenze che possono avere effetti anche letali. Di cosa si tratta e a quali pericoli vanno incontro le donne che scelgono di abortire?

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Le donne che optano per questa scelta hanno in realtà bisogno di essere correttamente informate, al fine di constutte i possibili effetti di un aborto.

L’aborto e le conseguenze per la donna: ecco alcuni degli effetti più pericolosi

Gli effetti peggiori sono quelli psicologici. Ansia, depressione e disturbi post-traumatici da stress spesso incombono nella vita delle donne che hanno praticato un aborto, come dimostrano alcuni studi americani. Secondo il dottor Sullins, chi abortisce è soggetta ad un rischio di sviluppare ansia del 25% in più, nonché un pericolo cadere in depressione maggiore del 30%.

Questo è dovuto soprattutto al fatto che le donne che abortiscono sperimentano a diversi livelli sensazioni di perdita e sentimenti di dolore, tristezza, colpa o rimpianto. Resta però una fortissima componente soggettiva, che dimostra come la questione non possa essere semplificata ai minimi termini. L’evento dell’aborto non è unico, ma è diverso per ogni donna, con variazioni anche significative delle reazioni.

Spesso non è tanto l’evento in sé, ma diversi fattori collegati. I pericoli aumentano con aborti multipli, ad esempio. E soprattutto se sono accompagnati da problematiche economiche e abitative, da una relazione più o meno instabile, nonché da eventuali patologie già presenti prima dell’interruzione di gravidanza.

L’aborto e le conseguenze per la donna: ecco le soluzioni per ridurre i pericoli

In Italia, per evitare l’insorgenza di questi pericoli, i consultori mettono a disposizione delle donne degli specifici strumenti di aiuto e informazione, atti a dare un supporto sia prima che dopo l’interruzione di gravidanza.

Si tratta tuttavia di strumenti non sfruttati pienamente dalle donne italiane, che spesso preferiscono saltare a piedi uniti tutta la fase dei colloqui psicologici.

giulia michelini @fb