Una fine cosmica
Quando si parla di fine del mondo, pensiamo spesso a meteoriti, alieni o apocalissi robotiche. Ma secondo una nuova ricerca scientifica, la vera minaccia risiede nell’universo stesso: non fuori, ma dentro di noi. La teoria del Big Crunch prevede che l’espansione dell’universo possa interrompersi e invertire, portando a un gigantesco collasso di spazio e materia.
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Cos’è il Big Crunch?
Il Big Crunch è l’inverso del Big Bang: dopo miliardi di anni di espansione, l’universo rallenta, si ferma e inizia a comprimersi. Spazio, stelle e pianeti convergeranno in un’unica massa densa come un atomo. Il calore aumenterà fino a livelli impensabili: uno scenario da film apocalittico, ma con basi scientifiche reali.
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Quando avverrà l’apocalisse cosmica
Secondo il team guidato da Henry Tye e collaboratori, il Big Crunch dovrebbe iniziare tra circa 33 miliardi di anni, al raggiungimento dell’apice dell’espansione. Da quel momento in poi, l’universo invertirà rotta e collasserà in altri 8,5 miliardi di anni, segnando la fine finale attorno ai 41–42 miliardi di anni totali dalla sua nascita.
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L'energia oscura sarà l’ago della bilancia
Il destino cosmico dipende dall’energia oscura, forza che spinge l’universo ad espandersi. Se questa forza in futuro diminuirà, la gravità prevarrà e scatterà l’inversione. Al momento l’energia oscura sembra costante, ma nuovi dati suggeriscono una sua possibile evoluzione, rendendo il Big Crunch una possibilità concreta.
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Cosa significa per noi
Fortunatamente, questi eventi sono lontani miliardi di anni. Prima della fine del mondo cosmico, altri eventi astronomici – come la morte del Sole (tra 5 miliardi di anni) o la fusione con Andromeda (tra 4–5 miliardi) – potrebbero già aver cancellato la vita sulla Terra. Resta però l’orizzonte affascinante di un universo ciclico: dopo il collasso, potrebbe seguire un nuovo Big Bang. Del resto, anche la fine può essere un nuovo inizio.
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