Lo storico della letteratura italiana e scrittore Marco Santagata, studioso di fama internazionale di Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca, è morto questa mattina all’ospedale di Pisa, dove si trovava ricoverato da giorni in coma irreversibile. Aveva 73 anni. Dopo una lunga malattia, in seguito a un tumore e alla conseguente dialisi, si era innestato anche il virus del Covid. 

Illustre filologo del Trecento e in particolare del petrarchismo, Santagata ha svolto quasi tutta la carriera accademica come professore dell’Università di Pisa e come narratore ha vinto nel 2003 il Premio Campiello con “Il maestro dei santi pallidi” e nel 2006 il Premio Stresa di Narrativa con “L’amore in sé” (entrambi pubblicati da Guanda). 

Tra i suoi numerosi romanzi, tutti pubblicati da Guanda, figurano “Papà non era comunista” (il suo esordio nel 1996), “Voglio una vita come la mia” (2008), “Come donna innamorata” (2015), “Il movente è sconosciuto (2018), “Il copista. Un venerdì del Petrarca” (Guanda, 2020; in precedenza pubblicato da Sellerio nel 2000). Da Sellerio è uscito “Il salto degli Orlandi” (2007). 

Gli studi sul Petrarca e il petrarchismo sono stati una costante della ricerca filologica di Santagata, il cui lavorò è confluito in vari libri, tra cui “Per moderne carte. La biblioteca volgare di Petrarca” (Il Mulino, 1990), “I frammenti dell’anima. Storia e racconto nel Canzoniere di Petrarca” (Il Mulino, 1992), “Amate e amanti. Figure della lirica amorosa fra Dante e Petrarca” (Il Mulino, 1999), “L’amoroso pensiero. Petrarca e il romanzo di Laura” (Mondadori, 2014), “Il poeta innamorato. Su Dante, Petrarca e la poesia amorosa medievale” (Guanda, 2017). Celebre il suo commento al “Canzoniere” e delle “Opere italiane” di Petrarca nei Meridiani Mondadori (1996). Dal 2010 era membro della consulta scientifica dell’Ente Nazionale delle opere di Francesco Petrarca. 

Marco Santagata ha scritto l’introduzione alle opere di Dante per l’edizione apparsa nei Meridiani Mondadori a cura di Claudio Giunta, Guglielmo Gorni e Mirko Tavoni e ha curato l’edizione Oscar Mondadori alla guida alla lettura delle tre cantiche dantesche. 

E’ l’autore della biografia “Dante. Il romanzo della sua vita” (Mondadori, 2012; Premio Comisso e Premio Brancati) e dei saggi “L’io e il mondo. Un’interpretazione di Dante” (Il Mulino, 2011) e “Il racconto della Commedia. Guida al poema di Dante” (Mondadori, 2017). 

Oltre ad un manuale di letteratura italiana per le scuole superiori edito da Laterza, tra i più recenti saggi di alta divulgazione di Santagata si ricordano: “Pastorale modenese. Boiardo, i poeti e la lotta politica” (Il Mulino, 2016); “Boccaccio indiscreto. Il mito di Fiammetta” (Il Mulino, 2019); “Boccaccio. Fragilità di un genio” (Mondadori, 2019). 

Altri settori di indagine del professore Santagata sono stati i “Canti” di Giacomo Leopardi (ha curato “Canzoni” per Mondadori nel 1998 con versione in prosa, note e postfazione) con il saggio “Quella celeste naturalezza. Le canzoni e gli idilli di Leopardi” (Il Mulino, 1994); e la poesia italiana fra Otto e Novecento (in particolate Giovanni Pascoli e Gabriele d’Annunzio): “Il tramonto della luna e altri studi su Foscolo e Leopardi” (Liguori, 1999); “Per l’opposta balza. La cavalla storna e Il commiato dell’Alcyone” (Garzanti, 2002); “La letteratura nel secolo delle innovazioni. Da Monti a D’Annunzio” (Laterza, 2009). Con Stefano Carrai ha pubblicato “La lirica di corte nell’Italia del Quattrocento” (Franco Angeli, 1993). Come autore di numerose pubblicazioni scientifiche Santagata ha ricevuto, nel 1979, il Premio nazionale “Luigi Russo” per la critica letteraria; nel 1993 il Premio di Storia Letteraria “Natalino Sapegno”; nel 2007 il Premio “Giosue Carducci”. 

Nato a Zocca (Modena) il 28 aprile 1947, Marco Santagata ha compiuto gli studi universitari a Pisa, come allievo ordinario e poi come perfezionando della Scuola Normale Superiore, laureandosi nel 1970 in letteratura italiana. Nel 1976 ha insegnato come incaricato filologia dantesca alla Facoltà di Lettere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; dal 1977 al 1980, ancora per incarico, ha insegnato filologia umanistica alla Facoltà di Lettere di Pisa. Ordinario di Letteratura italiana nel 1980, dopo un triennio alla Facoltà di Magistero di Cagliari; dal 1984 ha insegnato alla Facoltà di Lettere dell’Università di Pisa e dal 1984 al 1988 ne ha diretto l’Istituto di letteratura italiana; dal 1996 al 2000 è stato direttore del Dipartimento di Studi italianistici e membro del Consiglio di Presidenza del Collegio dei Direttori di Dipartimento dell’ateneo pisano. 

Nel 1987-88 Santagata è stato professore associato alla Sorbona di Parigi Nouvelle; nel 1990 all’Università di Ginevra; dal 1994 al 1996 all’Università di Nancy II; nel 1998 è stato Visiting Professor alla Unma di Città del Messico; nel biennio 2003-5 professore invitato all’Università di Ginevra. Nel 1985 era stato Fellow presso The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies “Villa I Tatti” di Firenze. 

Santagata è stato membro del Comitato scientifico dell’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara; attualmente lo è di quelli del Centro di Studi sul Classicismo di San Gimignano, del Centre d’Études et de Recherches sur la Littérature italienne médiévale di Paris III e della Fondazione Giovanni Pascoli. Ha fondato e condiretto la “Rivista di Letteratura italiana” (1983-1995) e dal 1998 condirige la “Nuova Rivista di Letteratura italiana”. Faceva parte del comitato di direzione della “Revue des Études Italiennes” e del “Romanistisches Jarbuch”, del comitato scientifico di “Chronique italiennes”, del comitato di redazione di “Moderni e Antichi” ed è membro dell’Advisory Board della collana pubblicata in Gran Bretagna “Italian Perspectives”. E’ stato inoltre responsabile di collana presso l’editore Laterza. 

Nel 1996 Santagata con alcuni colleghi ha fondato l’Adi-Associazione degli italianisti italiani, della quale è stato segretario nazionale dalla fondazione al 2002; da quell’anno è stato membro del comitato direttivo. Dall’Adi, nel 1999, è nata l’Adi-Sezione didattica che raggruppa docenti di italiano della scuola. 

Si è interessato ai problemi della riforma dell’università e della scuola e a questi temi ha dedicato numerosi interventi su quotidiani e riviste (“Corriere della Sera”, “l’Unità”, “il Mulino”, “Technology Review”). Dal 1995 al 2000 è stato responsabile editoria e comunicazione del Cibit – Centro interuniversitario Biblioteca italiana telematica; dal 1995 al ’98 membro del consiglio scientifico e del comitato di gestione del progetto “Italica, Campus virtuale di lingua e cultura italiana” di Rai International; dal 1997 al ’99 responsabile del progetto ICoN. Nel 1999 era stato nominato presidente del Consorzio ICoN – Italian Culture on the Net, al quale aderivano 24 università italiane e si è occupato di formazione a distanza. Dal 2001 era membro della Commissione Nazionale Italiana dell’Unesco e dal 2007 al 2010 è stato membro aggregato della Commissione Nazionale per la Promozione della cultura italiana presso il Ministero degli Affari Esteri. 

Ha fatto parte delle giurie del Premio letterario Viareggio-Repaci, del Premio Mondello, del Premio di Narrativa Zocca Giovani, del Premio Bari “Pinuccio Tatarella, del Premio Nazionale Letterario Pisa. Era socio corrispondente dell’Accademia toscana di Scienze e lettere “La Colombaria”; nel 2005 l’Università di Pisa gli ha conferito l’Ordine del Cherubino. Dal 2006 era socio ordinario del Pen Club italiano. 

Santagata aveva inoltre da poco consegnato il suo nuovo romanzo alla casa editrice Guanda, ​in cui per la seconda volta attinge alla vita del Sommo Poeta, e che vedrà la luce nella prossima primavera. Il precedente romanzo dantesco “Come donna innamorata” (Guanda) è stato finalista al Premio Strega nel 2015.  

“Marco Santagata è stato un italianista completo come taglio ed interessi. Il suo commento alle opere di Petrarca, a partire dal Canzoniere, è un’opera di riferimento, straordinariamente ricca”, ha detto all’AdnKronos l’accademico della Crusca Luca Serianni, professore emerito di Storia della lingua italiana all’Università “La Sapienza” di Roma. “E’ stato un intellettuale poliedrico, di grande vivacità. Si è immerso nello studio di Petrarca e ha offerto contributi importanti, fondamentali, per poi avvicinarsi a Dante e quindi a Boccaccio. E insieme a questi studi specialistici ha sempre avuto uno sguardo globale sulla letteratura. Infine ha utilizzato il suo sapere accademico per farsi narratore e divulgatore con grande efficacia”, ha detto all’AdnKronos Giulio Ferroni, professore di Storia della letteratura italiana all’Università “La Sapienza” di Roma, piangendo la scomparsa “di un caro amico”. “Ci ha uniti una profonda stima reciproca e un’intensa amicizia mai venuta meno, anche quando avevamo punti di vista diversi su certe questioni”, ha aggiunto Ferroni, ricordando: “Abbiamo festeggiato l’ultimo Capodanno insieme a Roma. Poi è scoppiata la pandemia, che ha complicato anche le condizioni già fragili della salute di Santagata”.