“Il mio Marco si aggrappa alla razionalità per superare la disperazione della perdita del figlio. È un uomo che cerca di lottare con qualcosa di molto più grande di lui: prima il dolore, poi il mistero”. Stefano Accorsi parla così da protagonista di ‘Lasciami andare’, il film di Stefano Mordini che chiude oggi fuori concorso la Mostra del Cinema di Venezia e che si muove tra mistero e razionalità, tra thriller e love story. 

Ambientato in una Venezia bellissima e flagellata dall’acqua alta, ‘Lasciami andare’, che arriverà nelle sale l’8 ottobre con Warner, racconta la storia di una coppia, Marco (Accorsi) e Anita (Serena Rossi), che hanno appena scoperto di aspettare un figlio, quando il dolorosissimo passato di Marco riemerge prepotentemente, con il dolore mai sopito per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la prima moglie Clara (Maya Sansa). A riaprire la ferita nella vita di Marco e della sua ex moglie, sarà Perla (Valeria Golino), la nuova proprietaria della casa dove la coppia abitava fino al tragico incidente, la quale sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di un bambino che tormenta sia lei che suo figlio. Marco si ritrova così combattuto tra passato e futuro e tra mistero e razionalità.  

“Il mio personaggio è un ingegnere e per lui aggrapparsi alla razionalità per mettere a tacere il dolore è la scelta più naturale”, dice l’attore che ammette di aver vissuto nella realtà “un’esperienza particolare” con la sensazione di una presenza invisibile: “Eravamo due persone in una stanza facendo cose diverse ed entrambi abbiamo provato una sensazione fortissima che si fosse una presenza”, racconta. “Però normalmente non ci penso”, aggiunge. E la reazione di Marco alla ‘rivelazione’ di Perla è di totale rifiuto e rimozione. Mentre la ex moglie, interpretata da Maya Sansa, reagisce in maniera opposta e lo costringe a fare i conti con il mistero: “Penso che dopo una vicenda del genere nessuno riesca a liberarsi completamente. E Clara vede Perla come un’opportunità di rientrare in contatto con il figlio. Come donna, ha più facilità dell’ex marito ad approcciare al mistero. E lei continuerà a vedere il personaggio di Perla come positivo fino alla fine”, dice l’attrice, che ringrazia il regista: “Mordini ci ha permesso di esplorare l’invisibile e credo che questo guardando il film si percepisca”.  

A proposito del suo personaggio ambiguo e misterioso, Valeria Golino spiega di essersi lasciata guidare completamente dal regista: “Perla è soavemente sgradevole. Mi è piaciuto esplorare questo doppio binario del personaggio che fino alla fine non capisci chi è veramente. E sono grata a Stefano Mordini che mi ha guidato in questa ambivalenza di intenzioni. E io sono sempre grata ai registi che dirigono gli attori, mi sono molto affidata a lui”, sottolinea.  

Il personaggio più solare del film è invece la Anita di Serena Rossi, che si trova suo malgrado con il compagno risucchiato nel buio e nel dolore della perdita del film proprio mentre lei scopre di aspettare da lui un bambino: “Anita non ha un passato così pesante come gli altri personaggio di questo film. È più solare e positiva, ma poi anche lei comincia ad avere paura, soprattutto di perdere Marco”. Il regista si riconosce che il grande pregio del film sta nel fatto di aver avuto “il coraggio di stare a guardare le reazioni emotive degli attori” messi di fronte all’irrazionale. Come nel finale, dove il protagonista capisce che il percorso fatto lo ha cambiato. 

Durante la presentazione del film, Accorsi torna anche brevemente sulla polemica con il sindaco di Venezia, che accusò la troupe di ‘sciacallaggio’ perché continuò a girare durante i giorni dell’acqua alta record. “Non voglio fare polemica. Venezia è un set prezioso per questo film. Un contesto unico a livello mondiale. E pure complicato. E infatti pochissimi film sono stati girati a Venezia negli ultimi anni. Avevamo previsto anche di fare delle scene con l’acqua alta ma nessuno poteva prevedere quello che è successo. Quando abbiamo girato a Piazza San Marco, siamo stati accompagnati dalla polizia municipale. Quindi nessuno sciacallaggio. Il film è una cosa costosa, ci lavorano diverse famiglie. Tante persone della troupe erano veneziane. Noi abbiamo cercato di lavorare come tutti quelli che potevano in quei giorni e nelle ore libere tutta la troupe ha cercato di dare una mano”, conclude.