Mina mette in ordine Mina. Si chiamano ‘Cassiopea’ e ‘Orione’ perché sono due “costellazioni di canzoni” con cui si inaugura il riordino della galassia discografica di Mina. ‘Italian Songbook’, che esce il 27 novembre in digipack e doppio vinile, contiene infatti le prime due antologie (agli antipodi, una ‘boreale’ e l’altra ‘equatoriale’) di un progetto discografico ben più ampio di catalogazione e riscoperta dell’immenso repertorio dell’artista (sono 75 i soli album di studio) che proseguirà con altre uscite.  

“Questo lavoro è un’esigenza di Mina, che è il miglior direttore artistico italiano”, dice il figlio dell’artista, Massimiliano Pani, da anni portavoce unico della promozione dei lavori discografici della madre. “In un mondo dove i dischi non si trovano più, abbiamo cercato di renderli disponibili, con una qualità superiore”, spiega alludendo al fatto che nella digitalizzazione diverse traccia sono state rilavorate e anche risuonate. Nello sterminato ed ecletticissimo universo delle canzoni da lei incise (il Mina Fan Club ne censisce quasi 1400 in oltre 100 album) Mina ne ha scelte alcune, con un criterio che “non è cronologico e non è sistematico”, ma frutto di un istinto squisitamente personale. “Mina ha unito brani di grande successo con alcune perle che non hanno avuto la giusta luce. Ha messo accanto brani di grande intensità e brani ironici. Naturalmente tutti pezzi che le piacciono molto perché lei non ha mai fatto niente che non le piacesse”, aggiunge Pani che continua ad escludere una epifania pubblica della madre dopo il ritiro dalle scene ormai ultraquarantennale (l’ultimo concerto risale al 1978). “Non credo che vedremo qualcosa di lei in video a meno che non le venga una forte idea sull’argomento. È la persone meno autocelebrativa del mondo: quando si vede in tv cambia canale subito. Non si riguarda, della tv si era annoiata già nel ’74. Aveva capito che la tv stava cambiando e ha deciso di fare altro”. D’altronde la sua allergia allo star system l’ha manifestata anche in altre circostanze: “Quando le arrivò un telegramma di Paul McCartney, lo guardò, disse ‘carino’ e lo buttò via. Fine del feticismo”.  

Così, nelle 28 canzoni già edite, ci sono registrazioni che spaziano dal 1975 (‘L’importante è finire’) al 2018 (‘Volevo scriverti da tanto’); ci sono canzoni cantate per la prima volta da Mina o riprese da lei dopo l’interpretazione di altre voci; ma anche due brani finora inediti, che chiudono le due tracklist. Quello che chiude ‘Cassiopea’ si intitola ‘Un tempo piccolo’, ed è una canzone scritta da Antonio Gaudino, Alberto Laurenti e Franco Califano, interpretata da Mina con il testo rimaneggiato della versione dei Tiromancino (datata 2005). Quello che chiude ‘Orione’ si intitola ‘Nel cielo dei bars’ ed è una canzone a suo tempo scritta (con Leo Chiosso) e interpretata da Fred Buscaglione. Fred la cantava nel film ‘Noi duri’, del quale era anche interprete nei panni dell’agente dell’Fbi Fred Bombardone alle prese con il narcotrafficante detto l’Algerino (Totò). Il film, diretto da Camillo Mastrocinque, uscì nelle sale cinematografiche pochi giorni dopo la scomparsa di Buscaglione; uscì postumo anche il 45 giri ‘Cielo dei bars’ (senza “nel”) / ‘Noi duri’. 

La presenza di due inediti in “Cassiopea” e “Orione” è “un indizio – spiega Pani – di quanto potrà succedere nel prosieguo di questo progetto filologico di riordino e riscoperta del repertorio, che andrà a toccare anche le canzoni incise nei primi anni di carriera per la Ri-Fi, e permetterà di includere anche nelle prossime pubblicazioni altri brani che prima non conoscevamo cantati dalla voce di Mina”.  

Il progetto mira a rendere disponibili a tutti quello che Mina ha cantato “di più bello, di più emozionante, di più appassionante, ripescando alcune perle rimaste nascoste fra i solchi dei suoi tanti dischi del passato anche recente, alcune delle quali erano diventate di non facilissima reperibilità”. E a renderle disponibili in una qualità impeccabile: “Tutte le registrazioni – spiega Pani – sono state riversate in digitale, editate, restaurate, rimasterizzate e rimixate con la continua, costante e attenta supervisione di Mina, che ha seguito personalmente l’intera operazione”.  

Mina, racconta il figlio, “continua ad ascoltare moltissima musica: le arrivano tra i 3 e i 4.000 brani da ascoltare all’anno. Poi non disdegna artisti giovani, da Bruno Mars a Billie Eilish. E ascolta anche giovani italiani ma si fa guidare dalle canzoni più che dagli artisti”. I talent? “Quando c’è qualcosa di buono lo nota subito ma si sa che i talent sono telenovele con la musica sullo sfondo, dove spesso i giovani artisti vengono sfruttati e abbandonati”, conclude Pani.