Vaccino AstraZeneca in Italia. Per quanto riguarda il nostro Paese, “questa settimana supereremo 1,5 milioni di dosi” di vaccino anti-Covid “consegnate e abbiamo l’obiettivo di superare i 5 milioni di dosi per la fine di marzo”. E’ quanto dichiara AstraZeneca in riferimento alle consegne di vaccino destinate al Paese, in una nota diffusa dalla filiale italiana del gruppo farmaceutico anglo-svedese. “Le date di consegna, la frequenza e il volume possono subire alterazioni dovute ai processi di produzione e alle tempistiche dei processi di controllo qualità”, informa l’azienda. 

“Così come annunciato la settimana scorsa, stiamo continuamente aggiornando il nostro programma di consegna e informando la Commissione europea e il commissario Arcuri su base settimanale dei nostri piani per portare più dosi di vaccino in Europa nel più breve tempo possibile”, assicura AstraZeneca. 

AstraZeneca intanto “conferma che le sue previsioni più recenti per il secondo trimestre 2021 riguardo alle forniture del vaccino anti-Covid mirano a consegnare in linea con quanto previsto dal contratto siglato con la Commissione Europea”, dice un portavoce della multinazionale farmaceutica anglo-svedese, interpellato dall’Adnkronos.  

Per quanto riguarda il contratto con l’Ue, prosegue il portavoce, “circa metà del volume atteso dovrebbe arrivare dalla supply chain all’interno dell’Ue, mentre il resto dovrebbe arrivare dalla rete di fornitura internazionale. In questo stadio, AstraZeneca sta lavorando per aumentare la produttività nella supply chain all’interno dell’Ue e per continuare a fare uso della sua capacità globale per raggiungere la consegna di 180 mln di dosi all’Ue nel secondo trimestre”.  

“Non siamo ancora in grado di fornire previsioni dettagliate per il secondo trimestre”, spiega AstraZeneca riguardo alle consegne di vaccini anti-Covid nella nota diffusa dalla filiale italiana. 

“Il contratto con la Commissione europea – ricorda la compagnia – è stato siglato in agosto del 2020 e in quel momento non era possibile fare una stima precisa delle dosi, che dipende dalla produttività degli impianti di produzione di un vaccino ad alta complessità biologica che non era stato mai prodotto. A questa complessità si è aggiunta una produttività inferiore alle previsioni nello stabilimento destinato alla produzione europea”. Da qui la difficoltà di previsioni certe sulle consegne successive a marzo.