“Frutto tipicamente estivo, rinfrescante, gustoso, profumato, la pesca è un simbolo della bella stagione. Proviene dalla Cina, da dove anticamente giunse a noi attraverso la Persia. Un tocco d’oriente nell’ultima puntata di luglio de ‘Il Gusto della Salute'”. A parlare è l’immunologo Mauro Minelli ideatore della rubrica su Facebook ‘Il Gusto della Salute’. “La pesca è un frutto indicato per una dieta dimagrante o per chi vuole sentirsi leggero senza rinunciare al gusto – spiega la biologa nutrizionista Ilaria Vergallo – Il suo basso apporto calorico, unitamente al suo contenuto di fibre e di acqua, è ideale per lo spuntino quotidiano. Come molti altri frutti presenta sostanze ad attività antiossidante e antitumorale. Tra i suoi benefici va certamente menzionata la capacità dissetante in grado di compensare la perdita di liquidi in estate a causa del caldo e della eccessiva sudorazione. Anche gli effetti diuretici della pesca non sono da trascurare, essa consente di eliminare i liquidi in eccesso e salvaguardare la salute dei nostri reni.”  

E sul fronte delle controindicazioni? “Controindicazioni poche per quanto riguarda la pesca – assicura la biologa nutrizionista Dominga Maio – Occhio però alle allergie. Reattività crociata in agguato, ecco perché occorre inserirla gradualmente nella dieta se la si gusta per la prima volta. Gli incroci che possono scatenare allergie gravi qui da noi, nell’area del Mediterraneo, sono con fragole, mele, lamponi, pere. Tra l’altro – aggiunge Maio – un allergene della pesca – il Pru p3 – è considerato il capostipite di una grande famiglia di proteine allergizzanti chiamate Ltp (Lipid Transfer Protein) presenti in una grande varietà di frutti e vegetali, dotate di una elevata identità di sequenza e caratterizzate da una notevole resistenza al calore e alla degradazione enzimatica nel tratto gastrointestinale, ciò che permette loro di provocare reazioni anche sistemiche (orticaria, angioedema, asma)”.  

“Ulteriori controindicazioni sono riferite a quelle persone che hanno una sensibilità sistemica al nichel, nelle quali la pesca non deve trovare spazio nella dieta. Guardia alta, come sempre, per chi ha un’alterazione della flora intestinale: la pesca contiene sorbitolo, uno zucchero altamente fermentativo, per cui anziché aiutare la digestione, in alcuni soggetti questa viene a complicarsi”, sottolinea Minelli. L’immunologo introduce un elemento di novità relativo non solo alle proprietà nutrizionali dei frutti che di settimana in settimana si vanno a presentare al pubblico, ma soprattutto alla loro coltivazione e produzione, altrettanto importanti. “Parlando di pesca non si può non fare riferimento – commenta Minelli – alla Campania e in particolare alla provincia di Caserta, punta di diamante in Italia nel segmento delle cosiddette pesche nettarine, come conferma Giuseppe Giaccio, produttore leader del settore”.  

Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania, spiega “che la Regione, intesa anche come territorio tutto, è molto attenta alle biodiversità e alla cura dei dettagli nelle moderne tecniche di coltivazione, tra queste la pesca è certamente un’eccellenza del panorama agricolo”. “In sintesi – conclude Minelli – la pesca va certamente mangiata, ma chi presenta un certo tipo di disbiosi intestinale deve sapere che gli zuccheri della pesca, con il concorso di batteri produttori di gas, attivano processi fermentativi, mettendo in scena tutto un repertorio coreografico fatto di meteorismo, pancia gonfia, reflusso, turbe digestive, fastidio esofageo, raucedine, alitosi. Ecco perché l’attenzione, la cura e la conoscenza di sé vanno di pari passo con l’alimentazione, per sentirsi sempre meglio, mangiando bene”.