Covid e scuole chiuse, “Danno enorme, ecco come riaprire licei” 

Mentre oggi si pensa ad aprire le piste da sci, molte scuole restano sbarrate nell’Italia della seconda ondata. “Tutte le evidenze disponibili, però, ci mostrano che, se è pur vero che quando le scuole sono state aperte ci sono stati casi positivi al Sars-CoV-2 tra i ragazzi, questi sono stati prontamente controllati con un adeguato tracciamento dei contatti. E se asilo, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado vanno considerati servizi essenziali e tutelati, principalmente attraverso misure come igiene, mascherine, distanziamento e tracciamento, anche gli alunni delle superiori hanno bisogno di andare a scuola: stiamo provocando un danno enorme ai ragazzi, costretti tutto il giorno e tutta la settimana davanti al video”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Susanna Esposito, professore ordinario di pediatria e direttore della Clinica pediatrica all’Azienda ospedaliera-universitaria di Parma.  

“Per gli operatori della scuola è fondamentale sempre l’uso della mascherina, che per i piccoli sotto i 6 anni può non essere usata. E’ però importante che i genitori facciano restare a casa i bambini con febbre o con sintomi respiratori o gastrointestinali”, avverte Esposito, esperta dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nei Maternal, Neonatal, Child and Adolescent Health Research Network Working Groups e presidente di Waidid (Associazione mondiale per le malattie infettive i disordini immunologici).  

“Alle elementari e alle medie l’uso della mascherina da parte dei ragazzi va previsto nei momenti di alta circolazione del virus – spiega la specialista – e sempre dove non c’è distanziamento. Comprendo il problema dei trasporti pubblici per i ragazzi del liceo, che vanno rafforzati, ma sottolineo come sia davvero fondamentale assicurare a questa età almeno una giornata in presenza, per mantenere un filo intatto di collegamento con insegnanti e compagni. Dunque se il problema è il liceo per ciò che riguarda i rischi extra-scolastici, con la circolazione dei ragazzi sui mezzi e il rischio di assembramenti prima e dopo la scuola, la soluzione è la didattica digitale integrata a rotazione in modo da evitare affollamenti”. 

“Per i ragazzi la didattica a distanza esclusiva non è formativa, oltre che essere molto stancante – sottolinea Esposito – E fino a fine febbraio di sicuro la situazione relativa alla circolazione di Sars-CoV-2 sarà impegnativa. Ecco anche perché qualche settimana fa abbiamo proposto i lockdown pulsati come strategie vincenti nel medio-lungo termine”, con chiusure di 2 settimane alternate a periodi di semi-normalità. Ma di certo, secondo Esposito, non si può pensare di tenere i licei chiusi per mesi.  

“Occorre intervenire sulla scuola – precisa l’esperta – facendo tornare in classe tutti gli alunni delle medie, mentre per i licei la soluzione può essere quella di considerare un giorno a settimana in presenza, a rotazione, magari con scaglionamenti per quanto riguarda gli orari d’ingresso”.  

Altra strategia utile a ‘sopravvivere’ all’inverno è quella di identificare un numero contenuto di compagni, che siano sempre gli stessi, con cui avere contatti extra-scolastici per studiare insieme. Una limitazione che, però, assicuri forme di socializzazione a una generazione di giovanissimi che stanno crescendo tra lockdown e didattica a distanza. “Non abbiamo una vita di riserva, e dobbiamo essere consapevoli dei danni psicologici, educativi e sociali che stanno subendo i nostri ragazzi”, conclude Esposito. 

di Margherita Lopes