Aumentare il numero di trapianti di fegato affrontando la sfida dell’uscita dall’emergenza Covid. E farlo anche con nuovi strumenti, dalla telemedicina ad un nuovo portale che seleziona in modo semplice e appropriata i candidati all’operazione. Lo spiega in un’intervista all’Adnkronos Salute l’epatologo dell’Università Sapienza di Roma-Policlinico Umberto I, Stefano Ginanni Corradini. “Si chiama eReferral ed è un portale web che abbiamo sviluppato insieme all’università di Tor Vergata e al consorzio Innovo, è facilmente utilizzabile da parte di tutti i medici che vogliono riferire un paziente per un valutazione per un trapianto di fegato”, sottolinea lo specialista in una intervista video in onda su ‘Doctor’s Life, il primo canale televisivo di informazione medico-scientifica dedicato a medici e farmacisti, edito dall’Adnkronos Salute.  

“Il medico entra in eReferral riempie pochi campi obbligatori che riguardano se stesso e il paziente ed invia un minimo di indicazione clinica che è necessaria ad un specialista ‘reviewer’ del centro trapianti per giudicare le la visita è urgente oppure se può essere inserita nell’agenda normale o, e questo è la parte importante del portale, una terza possibilità – avverte l’epatologo – Ovvero, che la documentazione clinica non sia sufficiente o non aggiornata, così per evitare di eseguire una visita con una documentazione clinica vecchia si invita il medico tramite una chat ad aggiornarla. Poi c’è la quarta opzione, che la visita non debba essere fatta, ovvero che è inappropriata. Questo accade in tutti i campi, può accadere infatti che la visita specialistica si poteva anche evitare. Questo libera degli slot per le altre visite ed evita di eseguire consulti inutile e avere posti liberi”. 

Ma chi può accedere al portale? “Qualsiasi medico che abbia a che fare con un paziente con una patologia cronica del fegato, le più frequenti sono la cirrosi epatica e il tumore primitivo. L’utilità del sito è che ci sono dei link informativi che spiegano anche all’interno di queste tipologie quale è il timing per inviare il paziente che potrebbe essere candidato al trapianto”. 

I risultati ottenuti con il nuovo portale medico web ‘eReferral LT” – electronic Referral Liver Transplantation’ sono stati pubblicati sulla rivista ‘Clinical Gastroenterology and Hepatology’. Lo studio ha coinvolto un gruppo di ricercatori della Sapienza, afferenti al Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione, al Dipartimento di Chirurgia generale e specialistica ‘P.Stefanini’ e all’Azienda Policlinico Umberto I, in collaborazione con il Centro di Epatologia e trapianto di fegato dell’Università di Tor Vergata e con Consorzio Innovo. “L’uso del portale eReferral LT ha attenuato il problema del basso tasso di invio e dell’invio troppo tardivo dei potenziali candidati, principalmente affetti da cirrosi epatica o epatocarcinoma, presso i centri di trapianto di fegato”, evidenziano i risultati dello studio.  

Il portale sarà d’aiuto anche nella ripresa post pandemia, ma l’impatto dell’emergenza Covid come ha pesato sui trapianti e sulle cure epatologiche? “Indubbiamente l’emergenza Covid ha impattato in modo negativo sia sui trapianti di fegato che sulle patologie epatiche questo per motivi diversi sia diretti che indiretti. Molti reparti sono stati riconvertiti, molte energie sono state indirizzate verso il Covid sia per quanto riguarda gli ospedali che per l’attiività ambulatoriale. Per il trapianto di fegato c’è stato un impatto sui donatori che sono diminuiti di circa il 20-25% nella fase peggiore – ricorda l’epatologo – I motivi sono dovuti anche all’impatto sull’organizzazione che c’è dietro i trapianti. Attualmente però la situazione è molto migliorata sia per le donazioni che della disponibilità di tutta la macchina trapiantologica ad accogliere i potenziali candidabili a valutarli e inserirli in lista d’attesa e ad eseguire il trapianto”.  

C’è bisogno di fare un sforzo in più per uscire dall’emergenza Covid e tornare alla normalità delle attività? “Si sta cercando di recuperare il tempo perso, alcune visite ambulatoriali che non potevano essere eseguite ora si cerca di eseguirle utilizzando anche la telemedicina che paradossalmente il Covid ci ha fatto conoscere meglio e usare di più. E’ molto utile”.