Intelligenza artificiale meglio della sfera dell’indovina: un team internazionale di scienziati ha sviluppato un algoritmo che potrebbe prevedere le epidemie di Covid-19 circa due settimane prima che si verifichino, in tempo dunque per mettere in atto efficaci misure di contenimento. A darne notizia è il ‘New York Times’. In uno studio pubblicato in preprint su arXiv.org, il team guidato da Mauricio Santillana e Nicole Kogan dell’Università di Harvard, ha presentato un algoritmo che registrava un allarme almeno 14 giorni prima che il numero dei casi iniziasse ad aumentare. Il sistema monitora in tempo reale i post su Twitter, le ricerche su Google e i dati di mobilità degli smartphone, ma anche le misurazioni dei termometri ‘smart’ che inviano i dati a un server.  

L’algoritmo, scrivono i ricercatori, potrebbe funzionare “come un termostato, in un sistema di raffreddamento o riscaldamento, per guidare l’attivazione o il rilassamento intermittenti degli interventi di sanità pubblica”, ovvero una riapertura più fluida e sicura. “Nella maggior parte dei modelli di malattie infettive, si proiettano diversi scenari basati su ipotesi formulate in anticipo”, ha affermato Santillana, responsabile del Machine Intelligence Lab nell’ospedale pediatrico di Boston ed epidemiologo ad Harvard. “Quello che stiamo facendo qui è osservare, senza fare ipotesi. La differenza è che i nostri metodi rispondono ai cambiamenti immediati nel comportamento” delle persone. Esperti esterni a cui è stata mostrata la nuova analisi, che non è ancora stata sottoposta a peer review, hanno affermato che il lavoro ha dimostrato il valore crescente della capacità di analisi dei dati in tempo reale, come quelli che arrivano dai social media, per migliorare i modelli esistenti.