“Le mutazioni e la delezione che abbiamo trovato indicano che il virus si evolve verso una forma meno ‘cattiva’. I tempi dell’evoluzione sono però incerti, e servono più dati per capire quanto diffuse siano effettivamente le mutazioni ‘buone’ nella popolazione di soggetti infettati e asintomatici”. Parola di Davide Zella, scienziato italiano da anni negli Usa dove è co-direttore del Laboratorio di Biologia delle cellule tumorali all’Institute of Human Virology dell’Università del Maryland (Usa) e lavora con Robert Gallo, uno degli scopritori del virus dell’Aids.  

“Lavorare con Gallo è un’esperienza eccezionale – racconta Zella, raggiunto telefonicamente dall’Adnkronos Salute – Lavoro con lui dal 1992 e ho avuto modo di conoscere tantissimi scienziati che interagiscono con lui in maniera continua. Ogni giorno c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare”. Zella ha pubblicato numerosi studi sulle mutazioni di Sars-CoV-2 e spiega che “ora, insieme a Francesca Benedetti, che lavora qui con me, e con Marta Giovanetti e Massimo Ciccozzi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, stiamo studiando proprio l’evoluzione del virus attraverso l’analisi delle sue sequenze genomiche”. Su questo e altri temi lo scienziato interverrà sabato 26 settembre (dalle 15 alle 17) alla tavola rotonda su ‘Sars-CoV-2: passato, presente e futuro’, organizzata nell’ambito di Welfair 2020, l’evento digitale dedicato alla salute promosso da Fiera Roma, di cui Zella è coordinatore scientifico. 

Dagli Stati Uniti come appare la situazione dell’Italia? “Purtroppo è stata colpita per prima, soprattutto la ‘mia’ zona, cioè la Lombardia. Provo ammirazione per i miei amici e colleghi, per come sono riusciti ad affrontare quello che è successo. Spero che le criticità emerse servano da lezione per una migliore preparazione per il futuro”.  

Si può parlare di un’eccezione italiana in Europa, per effetto del lockdown? “Sicuramente le misure di contenimento sono servite all’inizio a diminuire i morti. Soprattutto in considerazione del fatto che non sembrava ci fossero troppe alternative. Successivamente si è capito meglio come affrontare la situazione, che adesso sembra meno drammatica. Certamente – raccomanda Zella – bisogna ancora prestare attenzione e continuare a mantenere le necessarie misure di distanziamento sociale, evitare per quanto possibile i luoghi chiusi e affollati e indossare la mascherina come raccomandato”. 

di Margherita Lopes