Coronavirus, Bassetti: “I nuovi positivi non sono malati” 

“La positività al tampone non vuol dire che abbiamo un malato. E, dunque, anche il dato di oggi dei 402 positivi non vuol dire che abbiamo altrettanti nuovi malati”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che spiega: “Ormai sappiamo che la larga maggioranza dei casi è composta da asintomatici o paucisintomatici, quelli che hanno una forma ‘mild’ di Covid-19, come direbbero gli anglosassoni. Il dato che dobbiamo valutare, il ‘termometro’ dell’epidemia, è piuttosto quello dei ricoveri, in particolare in terapia intensiva”, rimasto stabile da qualche settimana. 

Dunque il dato di oggi “non deve allarmarci, ma spingerci a tenere alta la guardia, osservando le misure come il distanziamento sociale, l’igiene e l’uso della mascherina”. Anche perché le oscillazioni quotidiane sono legate “al numero di tamponi, e ogni settimana in genere questo numero è più alto il venerdì e più basso durante il fine settimana. Invito a guardare, piuttosto, la percentuale di positività rispetto ai tamponi, che la scorsa settimana era intorno allo 0.55%: se rimane su questi numeri non c’è motivo di particolare allarme, perché più grande è la rete, più numerosi sono i pesci” pescati. In ogni caso la ‘fotografia’ che arriva dai dati del ministero della Salute “indica che è importante continuare con le misure di distanziamento, perché il virus circola”. L’esperto si dice inoltre preoccupato per la variabilità dei criteri “di ricovero per Covid-19 nelle varie regioni: vanno unificati, perché è impossibile e scorretto ricoverare chiunque abbia solo 37,5 di febbre”. E questo potrebbe creare seri problemi alle strutture del Servizio sanitario nazionale in autunno-inverno, con “il ritorno della stagione influenzale”, aggiunge Bassetti. 

“Nel nostro Paese si fanno pochi controlli sulle persone che arrivano dall’estero, anche da Paesi dove il virus circola. E nessuno vuol fare speculazione politica: dunque penso a quanti arrivano con i barconi, ma soprattutto con aerei, auto private e pullman”. “Io stesso – racconta – nei giorni scorsi ho visto un’automobile con una targa dalla Bulgaria e delle persone che riposavano in autogrill, chi le ha controllate? E’ stato detto loro di mettersi in quarantena? Chi avvisa quanti arrivano da un Paese endemico via Europa di rispettare la quarantena? Il timore è che tanti non vengano intercettati”, conclude.