La perdita di capelli è causata da diversi fattori, tra cui stress e farmaci. Ma tra i responsabili c’è anche il Covid

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Tra gli effetti collaterali del Covid, c’è la perdita di capelli. Sono molte le persone che dopo aver contratto il Coronavirus hanno segnalato questo fenomeno. La caduta dei capelli può avere diverse origini, tuttavia la positività al virus è uno degli elementi da prendere in considerazione.

Dietro alla perdita di capelli, ci possono essere molteplici cause

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Come spiegato dal dott. Mauro Conti (responsabile scientifico della HairClinic) a IlGiornale.it, le cause che portano alla perdita di capelli sono varie.

“Non esiste un solo fattore piuttosto una concomitanza di fattori, che possono essere ereditari o degenerativi. Per questo le cause variano da persona a persona. Ci sono però distinzioni importanti da fare. Possono esserci dei periodi in cui la caduta è più abbondante (Teffluvium), ed è una causa che si manifesta episodicamente e su tutta la superficie del cuoio capelluto e a questa segue una ricrescita spontanea. Quando invece la perdita avviene in zone specifiche e comporta una diminuzione della qualità dei capelli dovuta al malfunzionamento o all’atrofizzazione del follicolo, parliamo invece di alopecia o di calvizie”

Dott. Mauro Conti
Hair loss. Close-up of a woman with brown hairs in her hand. Gray background.

Tra i maggiori responsabili della caduta di capelli c’è lo stress, fortemente accentuato dalla pandemia che stiamo vivendo. Come dicevamo in apertura, molti pazienti che hanno affrontato il Covid hanno riscontrato nel tempo la caduta di capelli. Dato confermato in occasione del 94esimo Congresso SIDeMaST. dalla Prof.ssa Bianca Maria Piraccini, Direttrice della Scuola di Specializzazione di Dermatologia e Venereologia dell’Università degli studi di Bologna.

“Più del 30% delle persone che contraggono l’infezione da Covid-19 riporta una copiosa caduta di capelli, abbondante, fatta di intere ciocche perse. E questo sul piano psicologico aggrava le conseguenze del Coronavirus”.

Prof.ssa Bianca Maria Piraccini

Va detto che si tratta di un fenomeno transitorio, che dunque andrà a riequilibrarsi piano piano. Nel 90% dei casi il fenomeno si presenta a due/tre mesi di distanza dalla guarigione e con tutta probabilità è legato all’allettamento, al dimagrimento, all’ipo-ossigenazione e ai farmaci, oltre che allo stress cui l’organismo è stato sottoposto.

Crediti foto@Shutterstock

Nota: il presente articolo è il frutto di una ricerca e di una elaborazione di notizie presenti sul web. Con la presente l’autore, la redazione e l’editore declinano ogni responsabilità  e invitano i lettori ad eseguire un’attenta verifica e a rivolgersi sempre ad un medico specialista.