Si sa che gli italiani seguono una dieta mediterranea fatta anche di pane e pasta ma ora è stato scoperto che chi mangia la crosta del pane può correre grossi rischi: ecco cosa è emerso da uno studio

Il pane è uno degli alimenti chiave della dieta mediterranea. Una statistica del 2015 dice che in media ogni italiano ne mangia 90 grammi al giorno, per un consumo annuo di 33 chili a testa. Non un’enormità come potremmo essere portati a pensare ma forse comunque un po’ troppo: secondo un recente studio, infatti, mangiare pane fa male.

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Mangiare pane fa male? Arriva la ricerca che lo conferma

La ricerca (pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Cereal Science) è tutta italiana ed è stata effettuata dal CREA, il Consiglio di Ricerca in Agricoltura e l’Analisi del’Economia Agraria, e riesce a mettere in seria discussione le nostre abitudini alimentari. A quanto pare, infatti, il pane – e in special modo la crosta – è responsabile dell’invecchiamento del nostro organismo.

Ma come mai mangiare questo alimento può produrre questo effetto? Cosa scatena il meccanismo invecchiante?

Il problema sembra essere la cottura del pane. Nel forno avviene una “reazione di Maillard”, durante la quale sulla crosta si sviluppano e depositano alcune tossine, colpevoli dell’invecchiamento delle cellule umane. La loro formazione dipende da reazioni chimiche che in genere avvengono quando si supera la temperatura di 140 gradi.

Lo studio sembra inoltre confermare la teoria riguardante il fatto che le parti bruciacchiate del pane e della pasta possono comportare un rischio cancerogeno.

Mangiare pane fa male solo se mangiato in grandi quantità

Le cellule – dichiara Fabio Nobili del CREA all’Ansa – giudicano ‘poco graditi’ i prodotti risultati da questa cottura. Non dobbiamo smettere di consumare pane ma farlo con moderazione e seguendo il principio dell’alta qualità dei prodotti che sono stati usati per realizzarlo. Sono da preferire tutte le produzioni che prediligono la qualità delle materie prime invece che la quantità. La conoscenza del percorso della filiera di produzione garantisce inoltre la salubrità del prodotto”.