Gli 8 sintomi spia di Omicron, come riconoscerli subito

La variante Omicron è sempre più diffusa un po’ ovunque nel mondo. D’altronde, ormai lo sappiamo, stiamo parlando di una variante più contagiosa rispetto alle altre. I dati e le evidenze, però, sembrano dirci che per fortuna è anche meno aggressiva di quelle che l’hanno preceduta.

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Verso la fine della pandemia?

La guerra contro il Covid-19 non è ancora vinta, bisogna continuare a restare in guardia, vaccinarsi e farsi somministrare la dose booster. Nel frattempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che se Omicron continuerà a viaggiare all’attuale velocità più di mezza Europa è destinata a beccarsela. Questo, allo stesso tempo, potrebbe determinare la fine della pandemia e spingerci verso la fase endemica. L’OMS ha anche fatto sapere che questa non sarà l’ultima variante di cui sentiremo parlare. La speranza però è che anche quelle future siano sempre più blande.

I sintomi di Omicron

Intanto come capire se si è stati colpiti dalla variante Omicron? Dai sintomi, chiaramente, quando ci sono. Già, perché Omicron presenta sintomi non del tutto sovrapponibili a quelli delle varianti che abbiamo imparato a conoscere in questi due anni di pandemia.

Come riporta il sito Centrometeoitaliano.it in base ad alcuni importanti studi che provengono dal Regno Unito, Stati Uniti e Sudafrica questi sono i sintomi spia di Omicron. Iniziamo dai più frequenti, che sarebbero mal di gola, naso che cola, mal di testa, dolori muscolari, sudorazioni notturne, starnuti, stanchezza e affaticamento.

Tutti sintomi piuttosto sopportabili e non gravi insomma. In alcuni casi possono manifestarsi anche diarrea, confusione e perdita di appetito. Non si assisterebbe invece alla perdita del gusto e dell’olfatto, riscontrata solo in basse percentuali e che invece spopolava nelle precedenti varianti del Covid.

I sintomi di Omicron tenderebbero a manifestarsi più velocemente rispetto ai ceppi che l’hanno preceduta e anche a scomparire più in fretta. Si parla di circa 5 giorni in media, anche se ovviamente possono durare anche per un tempo maggiore.

Nota: il presente articolo è il frutto di una ricerca e di una elaborazione dicnotizie presenti sul web. Con la presente l’autore, la redazione e l’editore declinano ogni responsabilità e invitano i lettori ad eseguire un’attenta verifica e a rivolgersi sempre ad un medico specialista.

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