Aldo Giovanni e Giacomo in Fuga da Reuma Park festeggiano i loro primi 25 anni di carriera: lo fanno con un film che, sono loro stessi a dirlo, "celebra il nostro mondo come nessun altro prima d'ora".

Fuga da Reuma Park (nelle sale il 15 dicembre) è ambientato nel futuro, fra 30 anni, e su un altro pianeta: Il trio si ritrova al Reuma Park, una casa di ricovero costruita in un vecchio luna park in cui le attrazioni sono ancora funzionanti e a disposizione degli ospiti. Qui però c'è poco da divertirsi: il Reuma Park somiglia piuttosto a un carcere di massima sicurezza con tanto di cecchini che sorvegliano l'uscita: se provi a scappare ti sparano. E come in ogni carcere che si rispetti, anche qui non manca l'aguzzino: Ludmilla (Silvana Fallisi) la temibile infermiera russa taglia XXL.

E' da qui che la notte di Natale i nostri tre impavidi eroi, pur se provati dall'età, decidono di tentare la fuga e finiscono a risalire i navigli arrivando nientemeno che a Rio de Janeiro.

E in questo atmosfera sudamericana si inserisce la colonna sonora del film, A Copacabana, cantata proprio da Aldo, Giovanni e Giacomo, che si sono trovati per la prima volta nella loro carriera in sala di registrazione.

Tutto è nato da una battura di Giovanni, che ha proposto scherzosamente a Mauro Pagani (autore di testo e musica) di cantare il brano: è stato preso subito sul serio e si è trovato non solo a cantare, ma anche a scrivere l'ultima strofa del brano. 

"Non pensate che mi sia chiuso in sala di registrazione per giorni, quella che sentite è la prima versione, come dire: buona la prima! Anche la strofa che ho scritto è nata improvvisando", ha raccontato Giovanni.

Aldo e Giacomo non si sono a loro volta tirati indietro: "Abbiamo pensato, bello far fare tutta la fatica a Giovanni, ma il ritornello facciamolo insieme. Ci abbiamo preso gusto e abbiamo inserito qualche battuta, senza mai uscire dal personaggio: gli interpreti (o i colpevoli?) di questo brano sono infatti i tre vecchietti protagonisti del film FUGA DA REUMA PARK. A COPACABANA nasce come tanti pezzi del nostro repertorio: con l'improvvisazione. Quando ci siamo ritrovati tutti insieme in sala registrazione è scattata la scintilla ed è partito il cazzeggio. Questo è molto coerente con il film, pieno di gag e battute non scritte e nate direttamente sul set. Noi siamo fatti così: ci piace improvvisare, in modo semplice ma con un pizzico di follia".