Come richiedere l’aiuto per gravi patologie tiroidee? Scopriamo chi può ottenere una valanga di soldi dall’INPS

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I disturbi alla tiroide colpiscono – secondo alcuni dati che si riferiscono al 2021 – 6 milioni di italiani: sono in maggioranza donne e si riflettono in sbalzi di peso e di umore, stress e irritabilità, gonfiore addominale e stanchezza.

Tiroide: requisiti per chiedere l’assegno all’INPS

I più comuni sono l’ipotiroidismo (quando la ghiandola lavora poco) e l’ipertiroidismo (quando al contrario è sottoposta ad un carico di lavoro endocrino eccessivo), tuttavia esistono patologie più gravi che danno diritto ad una indennità di accompagnamento dietro domanda all’Istituto di Previdenza Sociale.

L’INPS eroga infatti un assegno mensile che oscilla tra i 291,60 e i 525 euro a coloro che hanno sviluppato una invalidità pari o superiore al 74% dovuta all’impossibilità di condurre una vita “normale”.

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 In questo caso chi può far domanda per ottenere l’aiuto deve rispettare requisiti come la presenza di carcinomi tiroidei, l’asportazione della ghiandola, il gozzo, ipotiroidismo con compenso neuropsichiatrico o ipoparatioidismo.

Come chiedere l’indennizzo e quali documenti servono per la domanda?

Questi disturbi devono essere accertati dalla specifica Commissione che ne valuta la gravità stabilendo il grado di invalidità: qualora si attesti al 74% è possibile fare domanda sul portale per richiedere il lauto assegno mensile.

Perché la commissione emetta o meno il certificato di invalidità, il richiedente deve sottoporre all’attenzione degli esperti alcuni documenti senza i quali non è possibile accedere alla richiesta di indennità di accompagnamento.

Servono l’ecografia tiroidea per gozzo semplice, gozzo nodulare, ipotiroidismo o tiroiditi, altri documenti specifici per le patologie indicate, la prova di TSH. Da mostrare anche il documento d’identità in corso di validità, la tessera sanitaria, il certificato del medico in originale inviato con la domanda per il bonus.

Foto: Shutterstock