Da 100 anni in Italia l’8 Marzo è la Festa della Donna; da quella data molte cose sono cambiate: ecco le 10 leggi che hanno fatto la storia

L’8 marzo si celebra in tutto il mondo la Festa della Donna o Giornata Internazionale della Donna. In Italia è stata istituita dal 1922 e da allora la condizione femminile ha fatto molti passi avanti, anche se c’è ancora molto da fare. Basti pensare che l’hanno scorso in seguito alla pandemia, dei 101 mila nuovi disoccupati, il 98% erano donne.

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Sempre in tema di lavoro, resta notevole il gender gap salariale; ad oggi le donne guadagnano il 20% in meno rispetto ai colleghi uomini. Ma come dicevamo alcune cose sono cambiate da quel lontano 1922.

Dalla legge che ha concesso il diritto al voto fino a quella sulla riforma della famiglia passando per il diritto ad abortire lo stalking e le quote rosa, vediamo le 10 leggi che hanno fatto la storia.

Nel 2019 è entrato in vigore il Codice Rosso: norme e misure atte a contrastare gli episodi di violenza contro le donne. Nello stesso anno è stata introdotta anche la legge che sanziona chi si macchia di Revenge Porn. Si tratta della vendetta sessuale e pornografica da parte di fidanzati o ex fidanzati di cui sono vittime moltissime donne.

Le quote rosa introdotte nella Pubblica Amministrazione risalgono al 2011. Da quell’anno è prevista una percentuale di posti di lavoro riservati alle donne, sono stati introdotti sgravi fiscali per le aziende che assumono donne e sanzioni contro le molestie sessuali. Inoltre è stato introdotto il congedo parentale, per incentivare le donne a riprendere il proprio lavoro dopo il parto.

Facciamo un salto indietro di 10 anni, nell’aprile del 2009: entrò in vigore la legge n.38 a favore di tutte le vittime di Stalking, condannando gli autori di atti di persecuzione.

Solo 41 anni fa, veniva cancellato dal Codice Penale il Delitto d’onore e il Matrimonio Riparatore grazie alla Legge 442 del 5 settembre 1981. Fino a quel momento, l’uomo colpevole di stupro, poteva evitare la condanna se avesse sposato la vittima.

La ancora discussa 194 ovvero la Legge sull’aborto è del 1978. Con essa viene legalizzata l’interruzione di gravidanza volontaria. Può essere fatta presso gli ospedali pubblici entro 90 giorni dal concepimento, o entro i 5 mesi di gestazione se vi sono gravi rischi per la salute del bambino o della madre.

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Fino al 1975 marito e moglie non avevano lo stesso ruolo all’interno della famiglia. La moglie ricopriva un posto subalterno rispetto al coniuge, che aveva la patria potestà dei figli, ed era proprietario del patrimonio familiare. Con la Legge 151 del 19/05/1975, la potestà venne mutata in responsabilità genitoriale, il ruolo della donna all’interno della famiglia equiparato a quello dell’uomo agli occhi della legge e vennero riviste le norme sulla separazione personale dei coniugi. Inoltre venne introdotta la possibilità di scegliere la separazione dei beni o la comunione legale.

Nel 1970 venne introdotta la possibilità di divorziare, eliminando così il disonoro che fino a quel momento ricadeva sulla donna che voleva lasciare il marito.

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Nel 1963 le donne hanno avuto accesso alla Magistratura, nel 1981 alle cariche della Polizia di Stato e nel 1999 alle Forze Armate e alla Guardia di Finanza.

Fino al 1963 una donna poteva essere licenziata se rimaneva incinta o se si sposava. Ma grazie alla Legge n.7, art. 1, venne annullata qualsiasi clausola contrattuale che rendeva possibile il licenziamento di donne dipendenti in caso di matrimonio, gravidanza o maternità.

Infine la prima legge che ha innestato il cambiamento: quella del 1945 quando anche alle donne che avessero compiuto la maggiore età (ovvero 21 anni) venne data la possibilità di votare.

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