Il Messaggero

Il ritorno di Baba Vanga: profezia o preveggenza?

Per chi segue le predizioni della veggente bulgara Baba Vanga, il 2025 è un anno che non passa inosservato. Secondo quanto riportato da diverse fonti, avrebbe previsto per quest’anno un primo contatto tra l’umanità e una civiltà extraterrestre. Ma cosa accadrebbe se questo incontro non fosse pacifico? Nelle ultime settimane, una notizia proveniente da un team di scienziati ha fatto tremare i più impressionabili: un oggetto misterioso, proveniente da fuori il nostro sistema solare, sta viaggiando verso il Sole e potrebbe rappresentare molto più di un fenomeno astronomico.

31/ATLAS: la misteriosa navicella interstellare

L’oggetto si chiama 31/ATLAS e, secondo le rilevazioni, è stato scoperto il 1° luglio 2025. Viaggia a una velocità di oltre 210.000 km/h e ha una dimensione stimata superiore a quella di Manhattan, o se vogliamo dirla all’italiana, più grande di Roma. Appena un giorno dopo la sua scoperta, gli astronomi hanno confermato che la sua traiettoria è interstellare, ovvero proviene da fuori il nostro sistema. Inizialmente classificato come una cometa, 31/ATLAS ha però mostrato comportamenti anomali, che hanno spinto alcuni ricercatori a rivedere le proprie ipotesi.

 

Avi Loeb e la teoria dell’origine artificiale

Il celebre astrofisico di Harvard Avi Loeb, già noto per aver suggerito che l’oggetto ‘Oumuamua del 2017 potesse essere una sonda aliena, è uno dei firmatari di un nuovo studio che ipotizza che 31/ATLAS non sia naturale. Secondo Loeb e i suoi colleghi Adam Hibberd e Adam Crowl, l’oggetto mostra anomalie inspiegabili con modelli naturali: un’orbita insolita, una velocità elevatissima e un possibile passaggio strategico vicino a pianeti come Giove, Marte e Venere. Questo tragitto, affermano, potrebbe servire a distribuire tecnologie di sorveglianza su vari pianeti, Terra inclusa.

Il momento critico: cosa succederà a novembre

Il punto più vicino al Sole verrà raggiunto a fine novembre 2025. In quel momento, 31/ATLAS scomparirà temporaneamente dai radar terrestri. Per Loeb, questo potrebbe essere un espediente per evitare la rilevazione da parte dei telescopi e agire indisturbati. Una strategia da vero film di fantascienza: lanciare sonde o dispositivi di spionaggio durante l’“eclissi” naturale dell’oggetto. Alcuni scenari paventano addirittura un attacco alieno, o per lo meno un contatto ostile. I toni allarmistici si fanno strada, anche se gli esperti sottolineano che per ora non ci sono prove definitive.

 

Cosa possiamo aspettarci

Che 31/ATLAS sia una cometa atipica, una sonda aliena o un semplice corpo celeste con stranezze tutte da spiegare, resta il fatto che la comunità scientifica lo sta osservando con molta attenzione. Loeb ha collegato questo caso alla “dark forest hypothesis”, secondo la quale le civiltà aliene restano nell’ombra per paura di essere distrutte da specie ostili. Se così fosse, il silenzio cosmico che ci ha sempre circondato potrebbe essere solo una strategia di sopravvivenza. E se 31/ATLAS fosse il primo a rompere quel silenzio, le conseguenze – culturali, sociali, politiche – sarebbero enormi. Per ora, possiamo solo guardare il cielo e aspettare novembre.

Foto: Shutterstock