Bomba atomica su Roma: cosa accadrebbe se scoppiasse sulla Capitale. Gli effetti devastanti mostrati da una mappa interattiva
Cosa accadrebbe se una bomba atomica colpisse Roma? A darci la risposta è un nuovo strumento interattivo, NUKEMAP, sviluppato dallo storico della tecnologia nucleare Alex Wellerstein, che permette di visualizzare gli effetti devastanti di un’esplosione nucleare nel cuore di qualunque città. Inserendo la Capitale d’Italia sulla mappa, lo scenario è spaventoso: milioni di vittime, distruzione totale e conseguenze ambientali incalcolabili.
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L’esperimento su Roma con la “Little Boy”
Simulando l’esplosione di una bomba come “Little Boy” – la stessa che fu sganciata su Hiroshima – nel centro di Roma, l’area compresa tra Colosseo, Quirinale e Piazza Venezia verrebbe completamente vaporizzata. Oltre 100mila persone morirebbero all’istante, con danni irreversibili in un raggio di 1\2 km circa.
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Esplosione aerea o al suolo: cosa cambia
La mappa consente di scegliere anche un’opzione: se la bomba esplode in aria o al suolo. Nel caso di un’esplosione aerea – come accadde a Hiroshima – l’onda d’urto distruggerebbe la struttura urbana fino a Prati, San Lorenzo e Testaccio. Invece, un impatto diretto al suolo genererebbe un cratere enorme e radiazioni concentrate, compromettendo la vivibilità della città per decenni.
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Il caso estremo: la Tsar Bomba su Roma
Simulando invece che venga sganciata su Roma la bomba più potente mai testata, la russa Tsar Bomba da 50 megatoni, la Capitale verrebbe praticamente annientata. L’esplosione arriverebbe a distruggere fisicamente tutti gli edifici fino a Ostia e incendiare i Castelli Romani. I morti stimati supererebbero i 3 milioni, con danni ambientali su tutta l’Italia centrale.
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Quali sarebbero le conseguenze di una bomba nucleare su Roma per il resto d'Italia?
Oltre all’esplosione iniziale, una bomba nucleare su Roma causerebbe un fallout radioattivo su gran parte della penisola. I venti potrebbero portare particelle letali verso la Toscana, l’Umbria, il basso Lazio e la Campania settentrionale, rendendo insicure acqua e alimenti per settimane. Gli ospedali sarebbero rapidamente saturi e i soccorsi quasi impossibili.
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