Il Messaggero

Influenza e Coronavirus, come distinguerli

I contagiati da Coronavirus hanno superato le 12mila unità, ma molti italiani sono costretti a letto con l’influenza e la paura di non riconoscere la differenza tra i sintomi aumenta: come agire per evitare casi di “sovrapposizione” e arginare la psicosi?

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Esistono alcune diversità tra la comune influenza di stagione e l’infezione virale originata dalla Cina e che ieri l’OMS ha classificato come pandemica. Stando al medico francese Gérald Kierzek, intervistato da LCI, “entrambi sono sindromi virali, che più o meno causano febbre, tosse, dolori muscolari e affaticamento”, tuttavia “l’influenza – ha proseguito il medico – ha comunque un inizio probabilmente più brutale, con febbre alta e forti dolori”.

Sintomi da influenza e coronavirus: uguaglianze e differenze

Sul Coronavirus ha specificato invece che la “febbre sembra più moderata tanto che i pazienti non sono costretti a letto come nel caso dell’influenza”. Le difficoltà respiratorie, poi, possono aggravarsi e sfociare – a seconda del quadro clinico del singolo paziente – in insufficienza respiratoria, renale o multi-viscerale.

Al fine di diffondere informazioni corrette e inequivocabili, l’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso sul proprio sito l’elenco dei sintomi del Coronavirus, estratti dall’analisi dei dati raccolti su 155 vittime.

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Dall'Istituto Superiore della Sanità l'elenco dei sintomi da Covid 19

Febbre e dispnea sono presenti come sintomi di esordio rispettivamente nell’86% e nell’82% dei casi esaminati. Altri sintomi iniziali riscontrati sono tosse (50%), e appunto diarrea ed emottisi (5%).

Seguiamo le raccomandazioni in caso di sintomi riconducibili al Coronavirus

“Questi dati suggeriscono che per chi presenta solo febbre è sufficiente allertare il proprio medico rimanendo a casa – ha spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss -, mentre in presenza di entrambi i sintomi è meglio contattare il 112 o 118. In ogni caso ricordiamo che bisogna assolutamente evitare di andare per proprio conto dal medico o al pronto soccorso, per evitare di esporre il personale e i pazienti a rischi”.