Il Messaggero

Continuano gli studi sul coronavirus

Gli scienziati continuano ad interrogarsi sul coronavirus, e gli ultimi dati destano un po’ di preoccupazione. L’attenzione è posta sulla capacità di resistenza del virus,  e sui possibili effetti permanenti che può causare sul nostro organismo.

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Circa il 20% dei pazienti resta positivo per 40 giorni al virus.

Dalle pagine de La Repubblica, il virologo Massimo Andreani (primario di malattie infettive al policlinico dell’università di Roma Tor Vergata) ha fatto sapere che circa il 20% dei pazienti resta positivo per 40 giorni al virus.

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Da Dybala a Bianca Dobroiu: i casi risultati positivi per oltre 40 giorni

Sono diversi i casi in cui il soggetto dopo aver contratto il virus, è restato positivo anche per 70 giorni. E’ il caso di Bianca Dobroiu, la modella 22enne prima contagiata bolognese, il cui tampone è risultato negativo solo dopo 75 giorni. O di Paulo Dybala, giocatore della Juventus, rimasto positivo al virus per circa 45 giorni.

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Perché il virus resiste così a lungo?

Il motivo di questa persistenza potrebbe risiedere nella capacità del virus di adattarsi al nostro organismo ha spiegato Andreani.

“Il virus ha un buon tropismo per le cellule del nostro organismo. […] Le polmoniti virali in genere sono più rapide” .

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Gli studi scientifici proseguono

Tuttavia, ancora non ci sono certezze e gli studi proseguono.

“Non sappiamo se le tracce di virus che troviamo con il test – ha spiegato Andreani – siano solo frammenti non più vitali che aspettano solo di essere espulsi o se sono microrganismi vivi, replicanti e con capacità infettiva”.

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