Il Messaggero

La dieta mediterranea

Buona, sana e facile da seguire: è la dieta mediterranea. Il noto regime alimentare, il più consigliato da esperti e professionisti del settore, ha ricevuto da poco un nuovo, importante riconoscimento.

(foto @kikapress)

La dieta mediterranea

Secondo la classifica pubblicato dalla rivista Us News and World Report, la dieta mediterranea è la migliore in assoluto per il 2019 non solo per i già noti benefici che apporta all’organismo ma anche per la sua capacità di far dimagrire in maniera sana e senza troppe rinunce.

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La dieta mediterranea

La perdita di peso sarà sempre un duro lavoro, ma perdere peso non deve essere una sorta di esperienza drammatica perché ci sono piani intelligenti e sensibili” ha dichiarato Angela Haupt, assistente alla redazione della divisone salute della rivista.

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La dieta mediterranea

Il piano alimentare della dieta mediterranea è semplice e prevede essenzialmente il consumo di frutta e verdura, legumi, cereali integrali, olio extravergine d’oliva, carni bianche e pesce: un programma ricco, vario e completo.

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La dieta mediterranea

E oggi, a nove anni dalla creazione dell’attesa classifica, è la prima volta che la dieta mediterranea occupa l’ambito primo posto, confermandosi la migliore per un’alimentazione sana, per la sua capacità di contrastare il diabete e perché risulta essere la più facile da seguire per chi ha intenzione di perdere peso.

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La dieta mediterranea

Il segreto? Lo ha rivelato il dietologo Rahaf Al Bochi, convinto sostenitore di questo regime alimentare: “È più che una dieta, è uno stile di vita. Incoraggia anche a mangiare con gli amici e la famiglia, a socializzare durante pasti, a mangiare consapevolmente i prpri cibi preferiti, oltre a movimenti ed esercizi consapevoli per uno stile di vita sano e completo”.

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La dieta mediterranea

Insomma, il Comitato intergovernativo dell’Unesco ci aveva visto bene quando ha inserito la dieta mediterranea nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Umanità: sembra davvero incredibile che per la medaglia d’oro conferita dalla nota rivista americana si sia dovuto attendere quasi un decennio.

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