Il Messaggero

Chi dorme non piglia pesci? Secondo la scienza è meno intelligente

Sebbene il detto dica ‘Chi dorme non piglia pesci’, secondo uno studio dormire rende più intelligenti. Nel libro “NurtureShock: New Thinking About Children” Po Bronson (esperto di psicologia infantile) e Ashley Merryman (giornalista del New York Times) sostengono che dormire poco abbia effetti negativi sullo sviluppo del cervello degli adolescenti.

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Un'ora in meno a notte e un cervello di 18 anni regredisce di due anni nelle funzionalità

Un’ora in meno a notte, porterebbe le funzionalità del cervello di un adolescente di 18 anni a quelle di uno di 16. A risentirne sarebbe quindi anche l’apprendimento scolastico. Lo studio ha evidenziato come gli studenti che ‘i primi della classe’, dormivano quindici minuti in più a notte, rispetto a coloro che erano i secondi. A loro volta quest’ultimi, dormivano un quarto d’ora in più a notte rispetto ai compagni che apparteniti al gruppo successivo.

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Dormi poco? È più difficile essere felici

Secondo lo studio, dormire poche ore a notte porterebbe non solo a non avere lucidità ma ad avere difficoltà nell’essere felici. Questo perché il sistema nervoso rimuoverebbe i ricordi positivi che risiedono nell’ippocampo, conservando quelli negativi che si trovano nell’amigdala.

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Dormire è una condizione vitale

Inoltre come sottolinea il professor Giuseppe Iannoccari a Fanpage.it, dormire è una delle condizioni vitali del nostro organismo. La privazione del sonno può far emergere sintomi psicotici, e può far perdere intelligenza. Il riposo è fondamentale per il nostro cervello, più che per il nostro organismo. Durante le ore di sonno infatti, il cervello può rimettersi in sesto.

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Il sonno è fondamentale per il reset del nostro cervello

“Nelle prime due, tre ore di sonno il cervello si riduce, come una spugna per consentire al liquido extra cellulare di ripulirlo da tutti i residui tossici e in più sempre durante il sonno vengono sfoltite le sinapsi da quelle memorie involontarie che creiamo durante il giorno” il professor Giuseppe Iannoccari a Fanpage.it

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