Il Messaggero

Fuocoammare di Gianfracno Rosi strega il pubblico e si prepara agli Oscar

In una serata dominata da due colossi Auditel come Grande Fratello Vip e Pechino Express, una parte di pubblico ha deciso di dedicarsi alla visione di un docu-film e non se ne è pentita: su Rai3 è stato mandato in onda “Fuocoammare”, di Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’Oro all’ultimo Festival di Berlino.

Fuocoammare di Gianfranco Rosi, strega il pubblico e si prepara agli Oscar

Il docu-film, in lizza per rappresentare l’Italia ai prossimi Oscar, racconta uno dei luoghi più belli e tristemente noti dell’Italia: l’isola di Lampedusa, diventata ormai sinonimo degli sbarchi clandestini provenienti dal nord Africa.

Fuocoammare di Gianfranco Rosi, strega il pubblico e si prepara agli Oscar

Si intrecciano così storie intense e delicate, tragiche e tenere, come quelle del piccolo Samuele, figlio di pescatori e del dottore dell’isola, Bartolo, lasciato solo ad affontare le svariate emergenze sanitarie giornaliere.

Durante la serata #Fuocoammare è diventato rapidamente Trend Topic su Twitter e il pubblico si è letteralmente innamorato di Samuele, interpretato da Samuele Puccillo, lampedusano di 12 anni. Gli spettatori di Rai3 hanno anche apprezzato molto il fatto che la pellicola non sia stata praticamente mai interrotta dalla pubblicità ed hanno addirittura amato la scena della visita del dottor Bartolo a Samuele, sofferente di attacchi d’ansia.

Fuocoammare: ecco chi è Samuele

Ma chi è Samuele Puccillo, il bambino che l’anno prossimo potrebbe rischiare di vincere l’Oscar?

Samuele Pucillo ha 12 anni. Sembra più piccolo della sua età, ma ha l’eloquenza di un grande. Ha gli occhi vivacissimi ed è curioso di tutto. Va a scuola e gioca, come tutti i bambini. Con Mattias, uno dei suoi amici, percorre l’isola con una piccola motocicletta. Ha un rifugio in mezzo alla campagna che usa come base per costruire la fionda (la sua passione), e preparare le spedizioni di caccia e di gioco. Non ama il mare, e deve imparare a vincere il mal di mare ‘facendosi’ lo stomaco sul pontile galleggiante del porto vecchio.

Fuocoammare: Samuele Pucillo

L’anno prossimo Samuele vorrebbe iniziare la scuola alberghiera e lavorare nel turismo. Ma, ha dichiarato al Giornale di Sicilia, se ci sarà l’opportunità di lavorare di nuovo al cinema o in tv è pronto a rimettersi in gioco.

Una curiosità: Samuele è fratello d’arte di Filippo Puccillo, protagonista di diversi film di Emanuele Crialese fra i quali “Terraferma”, storia di migranti che nel 2011 venne inserito a sua volta fra i film candidati a rappresentare l’Italia agli Oscar.

Una coincidenza dopo l’altra: chissà se sarà Samuele a far staccare alla famiglia Puccillo un biglietto per Hollywood?

Fuocoammare di Gianfranco Rosi: trama

Fuocoammare, racconta di Samuele (Samuele Pucillo) che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà.

Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.

Fuocoammare: il regista Gianfranco Rosi

“Sono andato a Lampedusa la prima volta su richiesta nell’autunno del 2014 per verificare la possibilità di girare un corto di 10 minuti da presentare a un festival internazionale.

Una volta arrivato sull’isola ho scoperto una realtà molto lontana dalla narrazione mediatica e politica e ho verificato l’impossibilità di condensare in pochi minuti un universo così complesso come quello di Lampedusa.”

Fuocoammare: il regista Gianfranco Rosi e il ricordo dell'Isola

“Poi, come spesso accade nel cinema documentario, è arrivato il caso e l’imprevisto. A causa di una fastidiosa bronchite che mi colpì proprio nei giorni dei sopralluoghi, sono andato al pronto soccorso di Lampedusa. Lì incontro il dottor Pietro Bartolo, il direttore sanitario dell’Asl locale che da trent’anni cura i lampedusani e da quasi altrettanti assiste a ogni singolo sbarco, stabilendo chi va in ospedale, chi va nel Centro di Accoglienza e chi è deceduto.”

Fuocoammare: Gianfranco Rosi e la decisione di fare questo documentario

“Senza neanche sapere che io fossi un regista alla ricerca di una possibile storia, durante quella visita Pietro Bartolo ha voluto condividere con me il suo vissuto sul fronte dell’assistenza medica e umanitaria. Quel che ha detto, le parole che ha usato, mi hanno colpito profondamente.

È scattata una complicità, ho visto in lui quella persona che poteva trasformarsi in un personaggio del film. Dopo un’ora e mezza di scambio intenso, il dottore ha acceso il suo computer per mostrarmi delle immagini inedite e farmi “toccare con mano” il senso della tragedia dei migranti.

In quel momento ho capito che dovevo trasformare la commissione per un corto di 10 minuti nel mio nuovo film.

Fuocoammare: chi è il dottore Pietro Bartolo

PIETRO BARTOLO

Pietro Bartolo è il direttore sanitario dell’Asl locale. Da trent’anni cura i lampedusani e da quasi altrettanti assiste a ogni singolo sbarco, stabilendo chi va in ospedale, chi va nel centro di accoglienza e chi è deceduto. È un uomo di grande umanità e sensibilità. Elemento di connessione tra l’isola e i migranti, si è fatto carico nel tempo di una grande responsabilità e un grande dovere: soccorrere e assistere i migranti. I suoi occhi ne hanno viste tante, ma non hai mai perso il senso del suo compito e del suo operato.

Fuocoammare regia di Gianfranco Rosi

In questa scena tratta da Fuocoammare, Samuele segue i consigli del padre e va sul pontile del porto.

Il bambino soffre il mal di mare e il padre gli dice che deve imparare a vincerlo ‘facendosi’ lo stomaco sul pontile galleggiante del porto vecchio. 

Fuocoammare di Gianfranco Rosi, le parole del regista

“Ho capito ben presto che mentre la linea di frontiera una volta era la stessa Lampedusa (le imbarcazioni arrivavano direttamente sull’isola), oggi si è spostata in mezzo al mare. È così che ho deciso di chiedere il permesso di imbarcarmi su di una nave della Marina Italiana, operativa innanzi alle coste africane.

Sono stato circa un mese sulla Cigala Fulgosi, partecipando a due missioni. Ho condiviso anche lì altri tempi, ritmi, regole e costumi fino a quando abbiamo incontrato la tragedia, una dopo l’altra. L’esperienza di filmarla non è qui descrivibile.”

Fuocoammare, ecco chi è il bambino che ha conquistato il pubblico