Il Messaggero

Uno studio cinese mette in guardia: l'aria condizionata potrebbe diffondere prima il contagio.

Secondo quanto emerso dalla ricerca coordinata da Jianyun Lu del Guangzhou Center for Disease Control and Prevention, l’aria condizionata potrebbe aiutare la trasmissione di goccioline infette. (Qui l’articolo)

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Quello sfortunato incontro al ristorante

Il team di studiosi, ha esaminato 10 casi di persone che hanno mangiato nello stesso ristorante nello stesso giorno, nella città di Guangzhou e che sono rimaste tutte contagiate.

Il Ristorante X, come viene indicato nella ricerca, è un edificio senza finestre di 5 piani, ognuno dei quali ha il suo sistema di aria condizionata. I tavoli sono distanziati tra loro di circa 1 metro.

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Lo studio

I 10 pazienti fanno parte delle famiglie A, B, C. Erano seduti a tavoli vicini, disposti in linea davanti al bocchettone dell’impianto di areazione.

Il primo dei 10 pazienti, il paziente A1, era rientrato da Wuhan il 23 gennaio. IL 24 era andato con la sua famiglia a mangiare nel ristorante X, dove erano presenti anche le famiglie B e C.

Il paziente A1 la sera stessa, ha manifestato i sintomi del virus, mentre tutti i restanti membri della famiglia A, della B e della C li hanno sviluppati nelle due settimane successive. Tutti e 10 hanno contratto il Covid-19.

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Degli 83 clienti solo 10 sono stati contagiati

Se il contagio della famiglia A si piò ragionevolmente supporre essere avvenuto a causa del paziente A1, per le altre due famiglie è risultato che il punto di contagio potrebbe essere stato il ristorante.

Certo loro non erano le uniche presenti quel giorno. C’erano altri 73 clienti risultati negativi al virus. Per questo l’ipotesi dei ricercatori è che l’aria condizionata possa aver veicolato le goccioline infette solo in alcuni punti.

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Tornano le domande sugli impianti di areazione

Che gli impianti di condizionamento possano essere un mezzo di trasmissione del covid-19, è una domanda emersa anche dallo studio condotto dall’Istituto americano per le malattie infettive e pubblicato lo scorso 17 marzo sul New England Journal of Medicine, secondo il quale il virus rimane nell’aria per 3 ore.

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Lo studio deve essere approfondito ulteriormente

Tuttavia come ha dichiarato anche il team cinese, al momento non si hanno certezze in quanto si tratta di una ricerca alla quale non è ancora seguito uno studio sperimentale della simulazione di trasmissione attraverso l’aria.

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