Il Messaggero

Lavorare prima delle 10 di mattina fa male: lo dice la scienza

Su come rendere produttiva una giornata – che sia di lavoro, di studio o di faccende domestiche – esistono diverse filosofie e approcci: molti sono convinti che alzarsi presto la mattina significhi avere tempo per fare tutto e affrontare gli impegni con un maggior carico di energia

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Lavorare prima delle 10 di mattina fa male: lo dice la scienza

al contrario c’è chi, come il luminare della medicina del sonno Paul Kelley ha sottolineato l’importanza di prolungare le ore di sonno e iniziare a studiare o timbrare il cartellino dalle 10 di mattina in poi. Pare infatti che prima di quell’orario nuoccia gravemente alla salute del nostro organismo darsi da fare sui libri o davanti al pc.

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Gli scienziati dell’Università di Oxford, Regno Unito, guidati da Kelley hanno spiegato che il nostro orologio biologico e gli orari imposti dalla società cozzano, soprattutto se si prendono in considerazione soggetti che hanno meno di 55 anni. L’orario stabilito generalmente è 9-17, ma per i più giovani queste imposizioni si traducono in una carenza di sonno (ecco il metodo per addormentarsi in 120 secondi) di circa 2 ore al giorno, mentre i lavoratori tra i 24 e i 35 ne perderebbero 1 e mezza.

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Dai 50-55 anni l’orario impostato sulla sveglia e quello interno tornano invece ad allinearsi tanto che i dirigenti – che tendenzialmente hanno proprio quell’età – trovano congeniale a loro iniziare ad essere produttivi dalle 9.00.

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Dormire poco ha conseguenze molto gravi sulla nostra salute: si va da un forte aumento di stress, all’obesità, dalla perdita di memoria e concentrazione al cattivo umore (succede anche se smettiamo di mangiare zucchero), dal diabete al calo delle difese immunitarie.

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Lo stesso discorso è possibile estenderlo agli studenti: la sveglia alle 7.00 per uno studente delle superiori equivale alla sveglia alle 4.30 per un cinquantenne. Kelley ha fortemente suggerito che andrebbe rivoluzionato il modello di orari nelle scuole e negli uffici al fine di migliorare le performance, la produttività e anche il benessere psico-fisico di studenti e lavoratori.

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