Il Messaggero

Perché si regala la mimosa?

L’8 marzo è la Festa della Donna, giornata dedicata a celebrare tutte le donne e la lotta che ogni giorno affrontano per ottenere diritti che sebbene per gli uomini siano normali, ancora oggi per loro sembrano non essere dovuti. Sebbene sia una festa internazionale dal 1977, l’usanza di regalare delle mimose in questa giornata è tutta italiana.

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Mimosa: il fiore simbolo delle donne è un'usanza italiana

Furono i membri dell’Unione Donne Italiane nel 1946 a votare questo fiore, che fu preferito ad anemoni e garofani. È un fiore che nonostante un’apparente fragilità riesce a crescere anche su terreni difficili, e fiorisce intorno a marzo. Nella cultura degli Indiani D’America questo fiore simboleggia la forza e la femminilità: il simbolo perfetto per celebrare le donne.

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L'8 marzo 1908

Negli anni in occasione di questa giornata vengono organizzate feste e iniziative per celebrare le donne che poco in verità hanno a che fare con le origini di questa giornata. Nasce per ricordare le 129 operaie che l’8 marzo 1908 morirono in un incendio mentre protestavano contro le terribili condizioni di lavoro in cui dovevano lavorare. Da quel momento quel giorno ricorda e celebra le donne che lottano per i propri diritti.

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CONOSCI LA MIMOSA ROSA? È “SENSITIVA”, ECCO PERCHÉ

Sebbene tutti conosciamo la mimosa con il suo caratteristico colore giallo brillante, ne esiste una variante che ha delle piccole spine e fiori rosa. Ma soprattutto è ‘sensitiva’. Si chiama Mimosa Pudica: se sfiorate le sue foglie si chiudono come per proteggersi. Uno studio condotto dalla dottoressa Monica Gagliano dell’Università dell’Australia Occidentale ha dimostrato come questa tipologia di pianta abbia memoria e sia in grado di apprendere.

La Gagliano ha fatto cadere ripetutamente delle gocce d’acqua sulle sue foglie; queste alla fine non si chiudevano più ma piuttosto restavano aperte avendo compreso che non si trattava di una minaccia. Non solo: a distanza di settimane, la pianta era in grado di riconoscere quel tocco avendone quindi fatto memoria.

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