La scena inquietante del 13 ottobre 1884
Nella storia della Chiesa, ci sono episodi tanto affascinanti quanto misteriosi che resistono al tempo più come leggende che come cronache ufficiali. Uno di questi riguarda papa Leone XIII e una presunta visione demoniaca avvenuta nel 1884. Si racconta che, al termine di una messa, il pontefice abbia avuto un’esperienza soprannaturale così potente da portarlo a scrivere di getto una preghiera che sarebbe stata recitata per decenni contro le forze del male. Ma cosa accadde davvero quel giorno? Quali elementi sono realtà storica, e quali frutto di successive interpretazioni?
Il dialogo fra il male e Dio
Nei giorni successivi, divenne noto il contenuto della visione: Leone XIII avrebbe ascoltato Satana sfidare Dio stesso. Si narrò che il maligno chiese cento anni di libertà per seminare il caos e distruggere la Chiesa, una richiesta che sarebbe stata accolta dall’Onnipotente. Sentì voci blasfeme, risate maligne, come se l’inferno avesse preso forma nella cappella vaticana. Il papa percepì una guerra cosmica, tra luci e ombre, con San Michele Arcangelo pronto a combattere la schiera dei demoni e a riportare ordine.
L’ispirazione della preghiera a San Michele
Papa Leone XIII compose in fretta e furia una lunga invocazione a San Michele Arcangelo, chiedendone l’intercessione per difendere la Chiesa contro il male. Affidò personalmente al segretario della Congregazione dei Riti il compito di farla stampare e distribuirla a tutti i vescovi, raccomandandone la recita dopo ogni Messa. La preghiera, breve ma intensa, iniziava con l’appello a San Michele come “principe delle milizie celesti” e terminava con la richiesta che Satana e i demoni fossero ricacciati nell’inferno tramite il potere di Dio. Prese così formalmente posto nei rituali liturgici cattolici.
La leggenda prende forma nel XX secolo
Non c’è testimonianza diretta della visione nei documenti ufficiali del 1884. Le fonti emersero decenni dopo, negli anni Trenta e Quaranta, per lo più da biografie devozionali, lettere poste su riviste religiose o racconti di sacerdoti. La lettera pastorale del cardinale Nasalli Rocca a Bologna nel 1946 ne offre un resoconto, ma con toni così emotivi da sembrare costruiti a posteriori. La vicenda, già rumorosa all’epoca, acquistò valore simbolico solo in anni in cui le paure moderne e le divisioni interne alla Chiesa cercavano rinforzi spirituali: divenne così una leggenda narrata come testimonianza della lotta eterna tra il bene e il male.
La preghiera a San Michele oggi
Secondo gli storici ufficiali, non risulta che la preghiera sia stata composta immediatamente dopo la visione: l’inserimento nel Rituale Romano avvenne nel 1886, due anni dopo. La Preghiera a San Michele ha attraversato un secolo intero di storia, fino alla rimozione nel 1964 col Concilio Vaticano II. Oggi rappresenta un simbolo di resistenza spirituale e incarna quel momento “mistico-apocalittico” che segnò l’anima del pontificato di Leone XIII: un pontefice che convinse la Chiesa intera a guardare il male negli occhi.
