Il Messaggero

Un virus tropicale che avanza anche in Cina

In Cina in poche settimane sono stati segnalati oltre 7.000 casi di Chikungunya, con un’impennata nella provincia meridionale del Guangdong, appena sopra Hong Kong. La malattia, solitamente rara in Asia orientale, ha preso piede a una velocità tale da costringere le autorità sanitarie locali ad attivare misure che ricordano i primi giorni della pandemia da Covid-19.

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I sintomi della Chikungunya e perché non va sottovalutata

Il virus Chikungunya non è considerato mortale, ma può essere estremamente debilitante. Febbre alta, forti dolori articolari, nausea, eruzioni cutanee e spossatezza sono tra i sintomi principali. Il dolore alle articolazioni è così intenso da piegare il corpo in una postura curva, da cui deriva il nome della malattia, che in lingua Kimakonde significa proprio “ciò che contorce”. Anche se la maggior parte dei pazienti guarisce in circa due settimane, in alcuni casi il dolore può durare mesi o addirittura anni.

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Le misure estreme adottate dalle autorità cinesi

Per contenere l’ondata di infezioni, la Cina ha attivato un protocollo severo. I pazienti risultati positivi devono restare in quarantena ospedaliera, isolati sotto zanzariere fino alla completa negativizzazione. I controlli non si limitano agli ospedali: vengono condotte ispezioni porta a porta per eliminare ogni possibile fonte di acqua stagnante, l’habitat ideale per la proliferazione delle zanzare infette. In alcuni casi, chi si rifiuta di collaborare rischia sanzioni penali.

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Zanzare contro zanzare: la strategia biologica

Tra le misure più curiose adottate in Guangdong c’è l’introduzione delle cosiddette “zanzare elefante”, una specie le cui larve si nutrono delle larve di zanzare portatrici del virus. Le autorità stanno anche rilasciando pesci mangia-zanzare nei laghi cittadini, usando pesticidi, e impiegando droni per individuare le aree più a rischio. L’obiettivo è rompere la catena di trasmissione agendo direttamente sull’ecosistema.

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Allerta in Europa e raccomandazioni per i viaggiatori

Anche se il virus non si trasmette da persona a persona, la possibilità che le zanzare infette si diffondano attraverso i viaggi internazionali preoccupa le autorità europee. Il primo caso a Hong Kong è già stato segnalato: un ragazzo di 12 anni tornato da una zona colpita. Il CDC statunitense ha emesso un allarme di livello 2 per chi si reca a Foshan, raccomandando la vaccinazione per i viaggiatori. E anche in Europa cresce la cautela. In vista delle vacanze, è fondamentale proteggersi con repellenti, indumenti coprenti e consultare il proprio medico prima di partire.

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