Un astronomo amatoriale, Gennady Borisov, ha scoperto accidentalmente la presenza di uno strano oggetto interstellare a 3 unità astronomiche dal Sole: dopo il “sigaro spaziale” Oumuamua nel 2017, ecco di cosa si tratta: da stabilire ancora se e quanto sia pericoloso

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Cosa sappiamo sul misterioso oggetto interstellare?

Nel 2017 un corpo celeste misterioso venne avvistato nel nostro Sistema solare: etichettato come Oumuamua, è meglio conosciuto come “sigaro spaziale” e per la prima volta potrebbe avere compagnia nello spazio: un astronomo amatoriale di Gennady Borisov ha infatti avvistato accidentalmente uno strano oggetto interstellare a 3 unità astronomiche dal Sole.

Dal 30 agosto, data della scoperta, altri astronomi hanno rilevato la presenza di questo corpo celeste indefinito che sarebbe già entrato nel nostro Sistema solare: dalle primissime misurazioni risulta che C / 2019 Q4 (Borisov) – questo il nome provvisoriamente affibbiatogli – avrebbe un’orbita fortemente iperbolica e giungerebbe dalla direzione della costellazione di Cassiopea.

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I primi dati diffusi sull’oggetto interstellare Borisov: è pericoloso?

L’ucraino Borisov è un ingegnere dell’Istituto astronomico di Sternberg e costruisce personalmente i telescopi (in particolare quello con cui ha avvistato l’oggetto interstellare ha uno specchio di 65 cm di diametro): grazie ad essi ha già scoperto 7 comete e molteplici Near Earth Objects!

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C’è da capire quanto sia effettivamente preoccupante la presenza di C / 2019 Q4 (Borisov) nello spazio, ma c’è tutto il tempo considerata la grande distanza rilevata dagli esperti: si pensa che il prossimo 10 dicembre “sfiorerà” il Sole e potrà essere studiato e analizzato più in profondità per capirne la natura, la composizione e la traiettoria.

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L’11 settembre 2019 il Minor Planet Center, che si occupa di raccogliere dati sui corpi minori del Sistema solare, ha emanato una circolare in cui si legge – come riporta Wired.it – che “sulla base delle osservazioni disponibili, la soluzione per l’orbita di questo oggetto converge verso elementi iperbolici, un dato che indica un’origine interstellare”.

Inoltre pare che l’oggetto interstellare possa essere visibile per un altro anno prima che possa andare incontro a potenziale disintegrazione.

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Foto@Kikapress