Dopo 28 anni dalla morte di Diana, la sua ex casa è in stato di abbandono. Il silenzio di re Carlo alimenta le polemiche.

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A quasi trent’anni dalla scomparsa di Lady Diana, la sua casa d’infanzia versa in condizioni di totale abbandono. Park House, la residenza che ospitò la principessa fino all’adolescenza, si trova nei pressi di Sandringham House, una delle dimore ufficiali del re. Ma mentre Sandringham è impeccabile, Park House mostra i segni di anni di incuria.

I mattoni sono anneriti, le finestre rotte o coperte da assi, la vegetazione ha invaso cortili e sentieri. Sul retro, un capannone fatiscente con tetto ceduto e vetri in frantumi amplifica il senso di degrado. Anche la piscina, recintata per motivi di sicurezza, è inutilizzabile da tempo.

Per i residenti della zona, e per molti fan della principessa, questa situazione è un affronto alla memoria di Diana. C’è chi accusa apertamente re Carlo III di negligenza, sottolineando come un luogo tanto simbolico meriterebbe ben altra attenzione. “È come se fosse stata dimenticata”, ha dichiarato un’ex dipendente di Park House, con amarezza.

E pensare che, dopo il trasferimento della famiglia Spencer a Althorp nel 1975, la casa era stata riconvertita in centro per persone con disabilità. Una struttura attiva e utile al territorio, rimasta operativa fino a pochi anni fa. Poi, complici la pandemia e l’aumento dei costi, anche quella funzione è venuta meno. Da allora, l’edificio è rimasto inutilizzato.

Per ora, da Buckingham Palace non è arrivata alcuna dichiarazione ufficiale. Nessun progetto di recupero annunciato, nessun piano concreto. E intanto, la casa della “principessa del popolo” cade a pezzi, mentre cresce il malcontento tra chi crede che, anche nella memoria, il rispetto sia un dovere.

Foto: Kikapress