Peter Freestone è stato l’assistente personale di Freddie Mercury negli ultimi 12 anni di vita della star e a pochi giorni dal 28° anniversario del suo addio, ha svelato come il cantante ha trascorso le sue ultime ore di vita e quella decisione inaspettata

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Freddie Mercury, morte pianificata? Il retroscena che emerge solo ora

Il 24 novembre 1991 Freddie Mercury si spense dopo un paio di anni di lotta all’AIDS: la malattia che lo aveva colpito e che inizialmente aveva tenuto nascosto, era un tabù di cui poco si conosceva, ma il carismatico frontman dei Queen, grazie alla sua diretta testimonianza, contribuì a scalfire quella spessa coltre di silenzio in cui è ancora in parte avvolta.

A pochi giorni dal 28° anniversario della sua morte, parla l’assistente personale Peter Freestone, colui che negli ultimi 12 anni di vita del cantante lo ha seguito e supportato fino a reggergli la mano e vederlo esalare l’ultimo respiro.

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Freestone ha raccontato a Vice di una inaspettata decisione presa da Freddie Mercury un paio di settimane prima del 24 novembre:

“Aveva deciso di morire dopo che il 10 novembre 1991 aveva smesso di assumere le medicine che lo stavano mantenendo in vita. L’AIDS aveva cancellato ogni autonomia di Freddie, è stato il suo modo di riprendere il controllo della sua esistenza”.

Freddie Mercury, prima della morte quel grazie all’assistente personale

Il 22 novembre redasse una dichiarazione che venne diffusa soltanto il giorno dopo in cui Freddie annunciava al mondo intero di essere malato, invitando tutti a lottare contro il male invisibile che aveva colpito anche lui.

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“Da quel momento – ha ricordato ancora Freestone – Freddie è cambiato totalmente. All’inizio della settimana era teso, poi invece è cambiato. In tutti quegli anni non avevo mai visto Freddie così rilassato. Non c’erano più segreti, non si nascondeva più. Sapeva che avrebbe dovuto rilasciare la dichiarazione, altrimenti qualcuno avrebbe potuto pensare che lui considerasse l’AIDS come qualcosa di sporco, da nascondere sotto il tappeto”.

L’assistente personale non lo ha lasciato per 12 ore fino a quando la domenica mattina stava per andarsene ma Freddie Mercury “mi ha preso la mano e ci siamo guardati negli occhi. Mi ha detto: ‘Grazie’. Non so se avesse deciso che era l’ora di andarsene e volesse ringraziarmi per i 12 anni passati insieme, o se invece mi stesse solo dicendo grazie per le ultime 12 ore. Non lo saprò mai, ma è stata l’ultima volta che abbiamo parlato”.

Foto@Kikapress