28 anni, nata in un corpo che non la rappresentava che non le apparteneva, Sofia è volata in Thailandia per sottoporsi ad un delicato intervento di vaginoplastica. Il suo racconto nell’intervista rilasciata a TPI.

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“Il pene non era parte di me” Sofia e l’intervento di riassegnazione genitale

Una storia che muoverà le coscienze delle persone quella raccontata da Sofia nell’intervista rilasciata al sito TPI.
28 anni, nata in un corpo che non la rappresentava che non le apparteneva, Sofia è volata in Thailandia per sottoporsi ad un delicato intervento di vaginoplastica. Intervento che viene fatto anche nel nostro paese, ma che in Thailandia nella clinica del dottor Suporn trova la sua avanguardia.

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Un intervento difficile sotto più punti di vista. Non solo da quello chirurgico, ma anche per quanto riguarda il pre e il post operatorio fisico e mentale. E infine decisamente non economico. Un’intervento che può segnare l’inizio di una nuova vita, come ha detto Sofia nell’intervista a TPI.

“Non nascondiamocelo, fare questo intervento non è un arrivo, è un inizio, un inizio di un percorso”.

Era da molto tempo che Sofia pensava all’idea di questo intervento:

“Non è un’operazione che costa poco, pensavo di farla da tanto. – racconta nell’intervista – Quando è arrivata la mail che confermava la data, ho provato una grande emozione, sapevo che di fatto andavo incontro a qualcosa che per me era molto difficile, ma salita sull’aereo la paura è crollata”.

La decisione di sottoporsi ad un intervento di riassegnazione genitale, ha radici profonde nel passato, quando Sofia era piccola.

“Ricordo che quando ero più piccola,- prosegue la ragazza nell’intervista – mi ero perfino convinta che era stato un esperimento alieno: qualcuno mi aveva attaccato questa cosa (il pene) che non era parte del mio corpo, altrimenti non riuscivo a spiegare che ci fosse questa cosa così strana che proprio non apparteneva a me. Quando ero piccola e non sapevo cosa fosse tutto quello che sentivo, e non avendo nessun riferimento, ho nascosto tutto, perché avevo paura, paura che si sapesse”.

foto@Kikapress