Ilary Blasi è mamma di tre bambini ed ora è particolarmente preoccupata per suo figlio Cristian, calciatore in erba nelle giovanili della Roma: perché la mamma è preoccupata del futuro di suo figlio maggiore? E’ giusto caricare di aspettative i propri figli? La parola di un esperto

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Essere il figlio di Francesco Totti significa godere di privilegi non comuni tra i ragazzini della sua età, ma se il figlio in questione decide di intraprendere la stessa carriera del celebre padre quel cognome può diventare un peso enorme.

Lo sa bene la mamma, Ilary Blasi, che di recente ha dichiarato di essere preoccupata per il primogenito Cristian che dall’ex capitano della Roma ha ereditato la passione per il calcio e attualmente gioca nelle giovanili giallorosse.

A soli 12 anni, il giovane Totti sta dimostrando di avere talento e determinazione, ma a lungo andare il confronto con il famose genitore, una vera leggenda del calcio italiano, potrebbe diventare un onere difficile da sopportare.

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“Sono felice che insegua i suoi sogni – ha detto Ilary in una intervista a Fuorigioco, inserto domenicale de La Gazzetta dello Sport – ma so che dovrà crescere e fare i conti con un cognome pesante. E questo mi preoccupa un po’. Capisco che la gente sogni un altro Totti, ma caricare un bimbo di tante aspettative non so poi se poi sia così giusto.

Una preoccupazione legittima, quella della Blasi, che da brava mamma desidera proteggere suo figlio. Per fortuna i tre bambini di casa Totti possono contare sull’amore dei genitori e lo stesso Francesco, nonostante i suoi impegni, è un bravo papà.

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“Adora i nostri bambini – ha proseguito la conduttrice Mediaset –  Chanel e Isabel, come tutte le figlie, hanno un rapporto speciale con lui, che per il resto passa la vita a giocare a calcio con Cristian, ovviamente. È così, mi tocca fare la parte della cattiva. Qualcuno dovrà pur farlo…”.

Insomma, fare i genitori è il lavoro più difficile del mondo. Non si nasce preparati a questo ruolo ma con l’esperienza e un po’ di buon senso tutti possono diventare brave mamme o bravi papà.

Secondo gli esperti, basta seguire piccoli accorgimenti, che soprattutto nell’età evolutiva dei figli, aiutano a non commettere errori che possano causare danni allo sviluppo psico-emotivo dei propri ragazzi.

Intanto, un genitore è un genitore e non un amico: va bene instaurare un dialogo aperto e sincero con i propri figli, ma ricordiamoci che nel padre e nella madre, i bambini e gli adolescenti hanno bisogno di vedere una guida che sappia aiutarli a percorrere la loro strada attraverso regole precise.

A tal riguardo, è utili saper porre dei limiti perché i bambini che crescono senza regole e senza aver mai ricevuto qualche No, potrebbero sviluppare atteggiamenti di sfida.

Ricordiamoci che i figli non sono la trasposizione dei nostri desideri: hanno una loro personalità, vanno lasciati liberi di inseguire i loro sogni e non quelli che noi non siamo riusciti a concretizzare. Aiutarli a realizzarsi va bene, ma essere ipercritici o intervenire per spianargli il cammino è assolutamente controproducente.

Attenti anche alle punizioni: servono, certo, ma non va instillata nei ragazzi la paura o il senso di colpa per eventuali fallimenti. Al contrario, i figli non vanno venerati e dunque la famiglia non può ruotare solo ed esclusivamente intorno ai bambini.

Infine, mettiamoci bene in testa che il bambino perfetto non esiste: ognuno ha i suoi punti di forza e le sue debolezze. Anche se agli occhi dei genitori sarà sempre il bambino migliore del mondo.