Covid, Mantovani: “Virus indebolito? Crederlo ci farà perdere la partita” 

“Non faccio mai commenti sulle curve dei contagi” da coronavirus Sars-CoV-2. “Ma dico che non c’è nessun dato che suggerisca che il nostro avversario si sia ingentilito e abbia perso forza. Siamo al primo tempo della partita e le partite si chiudono al 90esimo. Se puntiamo sull’avversario indebolito, perdiamo la partita. Io sono ottimista e penso che questo Paese si è comportato in modo straordinario, continuiamo così e usciremo da questo enorme problema che abbiamo avuto, ma veramente dipende da noi”. E’ l’analisi dell’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University. 

“Rinnovo la mia raccomandazione – spiega all’Adnkronos Salute, oggi a margine del convegno ‘Covid-19, il virus ignorante’, organizzato dalla Fondazione The Bridge in collaborazione con la Regione Lombardi – ad allenare il sistema immunitario, in previsione dell’autunno-inverno. Allenare vuol dire fare i vaccini raccomandati che sono non solo quello dell’influenza per gli anziani, ma anche anti pneumococco ed herpes. Poi ci sono gli stili di vita: non fumare, consumare frutta e verdura, fare esercizio fisico”.  

Quanto alla conoscenza del nemico Covid-19 “negli ultimi giorni – osserva – sono stati resi disponibili dati di genetica che ci danno una prospettiva nuova sulla malattia. Lo studio coordinato da Jean-Laurent Casanova e Luigi Notarangelo, un ‘cervello’ purtroppo uscito da questo Paese, ha dimostrato che difetti genetici del sistema immunitario sono fondamentali per le manifestazioni cliniche della malattia grave. Uno studio parallelo ha mostrato che i soggetti che non hanno difetti genetici hanno autoanticorpi che bloccano quella stessa via di resistenza antivirale. Quindi cambia un po’ il nostro modo di vedere la malattia che ha una componente genetica, una componente genetica di immunodeficienza, una componente di autoimmunità e di infiammazione fuori controllo. Stiamo mettendo insieme i pezzi del puzzle”, conclude.