Dall’Università di Pisa, nella settimana dedicata alla tiroide, arriva uno studio che mette in relazione il coronavirus con sue possibili infiammazioni.

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Sono circa 6milioni le persone affette da patologie legate alla tiroide e nella settimana a lei dedicata arriva uno studio condotto dall’Università di Pisa che mette in relazione la malattia con il coronavirus e lo stress.

Settimana della tiroide: emerge legame tra malattia, stress e Coronavirus

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La tiroide è una ghiandola molto importante per molto funzionalità del nostro corpo. Influenza la respirazione, l’accrescimento corporeo, il battito cardiaco, la temperatura corporea, lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Il 50-60% della popolazione generale presenta noduli di piccole dimensioni, mentre nel 5% i noduli tiroidei sono palpabili. Tra i fattori che possono influenzarne il corretto funzionamento, anche lo stress.

Ora uno studio condotto dall’Università di Pisa e pubblicato su ‘Endocrine Society’, evidenzia come il coronvarius potrebbe avere ripercussioni anche sulla tiroide. Il team del professor Francesco Latrofa ha analizzato e documentato il primo caso di tiroide subacuta successiva ad una infezione da coronavirus.

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La paziente oggetto dello studio è una ragazza di 18 anni che non aveva sintomi o disturbi legati alla tiroide prima di contrarre l’infezione da Covid-19. La ragazza una volta guarita, è tornata in ospedale dove le è stata diagnosticata una tiroide subacuta. Si tratta di una infiammazione acuta della ghiandola, probabilmente causata da un virus e che solitamente può risolversi entro alcuni mesi.

“I medici dovrebbero essere avvisati della possibilità di questa ulteriore manifestazione clinica correlata a Covid-19. – ha dichiarato il professor Latrofa – Vista la sequenza cronologica, Sars-CoV-2 può essere considerato responsabile dell’inizio della tiroidite subacuta”.

Crediti foto@Shutterstock

Nota: il presente articolo è il frutto di una ricerca e di una elaborazione di notizie presenti sul web. Con la presente l’autore, la redazione e l’editore declinano ogni responsabilità e invitano i lettori ad eseguire un’attenta verifica e a rivolgersi sempre ad un medico specialista.