C’è un villaggio in Scozia, precisamente sull’Isola di Lewis, che sembra uscito dritto dalla tela di un quadro o dalla sceneggiatura di un film: ultimo baluardo di terra davanti all’Oceano Atlantico, racconta una storia di privazione e di abbandono, ma adesso sta vivendo una nuova vita grazie al turismo.

Gearrannan, questo il suo nome, era un tipico villaggio delle Isole Ebridi, con capanne dal tetto di paglia nelle quali pastori e animali si rifugiavano quando le tempeste atlantiche spazzavano queste coste. L’energia elettrica e l’acqua potabile raggiunsero queste zone solo fra gli anni 60 e 70 del 1900. Avete capito bene: nel 1960 queste zone non erano ancora provviste dei confort più basilari della vita moderna.

L’isola di Lewis è nota per essere fra le più ventose del Regno Unito e le condizioni di vita, da queste parti, non erano proprio idilliache:  vivere qui significava infatti fare un balzo indietro di qualche secolo e questo poteva essere decisamente poco comodo, soprattutto in inverno, quando il sole fa la sua comparsa per un paio di ore al giorno massimo. Negli anni ’70 anche i pochi anziani che ancora resistevano nelle blackhouse (così gli abitanti chiamavano queste abitazioni) decisero di abbandonarle, incitati anche dal governo che costruì case popolari e organizzò un trasferimento di massa, principalmente per evitare problemi di natura igienico-sanitaria.

Il villaggio iniziò quindi lentamente a morire e le casette a sprofondare nel degrado: fino al 1989, quando un progetto di ristrutturazione donò nuova vita al posto e ne spalancò le porte ai turisti di tutto il mondo.

Il viaggio fino a qui è lungo e può essere difficoltoso, ma i panorami che si offrono al turista sono unici e irripetibili: irripetibile anche l’occasione di vivere come poteva farlo un pastore scozzese del secolo scorso (pur con i confort che la rustrutturazione ha donato alle blackhouse) e rendersi conto di come la Natura possa essere insieme selvaggia, crudele, bellissima.

kate middleton