Anche Lady Diana ricevette un “no” ad una richiesta di stile che fu respinta con eleganza dal suo stilista. Scopriamo per quale motivo.

Lady Diana è sempre stata un’icona della moda oltre che del lifestyle, ma anche lei è riuscita a far arrabbiare qualche stilista. Da moglie di Carlo d’Inghilterra è sempre riuscita a sfidare con grazia e determinazione le regole della monarchia. Ad un certo punto nella sua vita, però, nemmeno lei riuscì a ottenere tutto ciò che desiderava. La sua richiesta più audace fu respinta con parole dolci ma ferme dal curatore della sua immagine. Ma cosa è successo davvero? Non ci resta che provare a scoprirlo insieme!

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Lady Diana: quella volta che fece arrabbiare uno stilista

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Jacques Azagury, lo stilista ha accompagnato Lady Diana per anni ha recentemente rivelato alcuni dettagli inediti in vista di un’asta-evento a lei dedicata.

Conosciutisi nel 1985 grazie ad Anna Harvey, vice direttrice di British Vogue, Jacques Azagury e Diana instaurarono subito un rapporto di reciproca fiducia. La principessa, ancora impacciata negli abiti ricolmi di fronzoli richiesti a corte, trovò in lui la guida ideale per riscoprirsi e riscriversi.

Azagury le propose uno stile più sobrio, aderente alla sua nuova immagine pubblica: non più solo un’icona reale, ma una donna sicura e moderna. Dal loro incontro, le linee degli outfit di lei si fecero essenziali, i tagli più audaci, la moda strumento di comunicazione.

Fu Azagury a creare per lei la celebre collezione “The Famous Five”, tra cui l’abito nero post-intervista con Martin Bashir, simbolo di rinascita e determinazione. Con lui Diana osava, pur senza mai perdere eleganza.

Eppure, persino lui dovette porre un limite alla principessa. L’occasione fu il celebre abito “Swan Lake”, un vestito corto e scollato pensato per una serata alla Royal Albert Hall nel 1997. Diana voleva accorciarlo ancora di più.

Ci disse: ‘Voglio andare ancora più corta’, ma non potevamo permetterlo. Le dicemmo che non sarebbe rimasto abbastanza vestito addosso e che dovevamo ricordarci che era una principessa. Fu l’unica volta in cui le fu detto di no, proprio perché l’equilibrio tra audacia e dignità istituzionale era un confine delicato”, ha raccontato.

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