A Sanremo l’addio del grande Vincenzo Mollica. Dalla scoperta della malattia ai consigli ricevuti da Fellini, ecco cosa ha raccontato.

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Il 70 esimo Festival di Sanremo si è concluso e con la sua fine, ci saluta anche un grande giornalista, una presenza fissa della kermesse canora: Vincenzo Mollica.

Il saluto di Vincenzo Mollica: “Avevo 6 anni quando l’ho scoperto”

Sarebbe dovuto andare in pensione il 27 gennaio scorso, ma l’appello di Fiorello ha fatto cambiare i piani alla Rai e così, Vincenzo Mollica – volto storico delle tv di Stato – ha potuto raccontarci ancora una volta la kermesse. Cinema, musica, attualità, Mollica con professionalità, passione e garbo ha saputo accompagnarci e raccontarci 40 anni di cultura.

Emozionante è stato l’omaggio che il Teatro Ariston gli ha riservato, così come toccante e unico è stato l’abbraccio della sala stampa roof dell’Ariston dove Mollica ha salutato i colleghi.

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Nonostante la malattia, Vincenzo Mollica non è mai venuto meno al suo impegno e alla sua professionalità. Forse se non ci fossero stati questi  ‘compagni di viaggio’ come li ha chiamati lui, Mr.Parkinson e Mr.Glaucoma, il giornalista avrebbe continuato a raccontarci l’evoluzione della musica come solo lui sa fare.

Le parole del giornalista ai colleghi della Sala Stampa

E proprio della malattia, il giornalista ha parlato con i colleghi della Gazzetta del Sud.

“Siete della Gazzetta del Sud? Che meraviglia… Voi mi ricordate la mia infanzia, io ho vissuto in Calabria gran parte della mia giovinezza. – Ha detto Vincenzo Mollica, che poi ha raccontato – Avevo sei anni quando in Calabria mi diagnosticarono una malattia agli occhi. Un glaucoma, lo chiamano ‘ladro silente di vista’. Dissero ai miei genitori che avrei perso presto la mia vista. Io capii quello che stava accadendo: da allora ho imparato a memorizzare tutto ciò che mi circonda, dovevo sopravvivere”.

Infine ricorda a tutti quanti due importanti lezioni che ha imparato nel corso della sua carriera. A dargliele il grande Federico Fellini.

“Federico mi disse una massima che vi voglio regalare e chi vi consiglio di tenere sempre di conto: tenete sempre un sorriso in tasca che può essere utile alla bisogna. E poi l’altra che mi disse ‘Vincenzo, non sbagliare mai il tempo di un addio o di un vaff******, che se lo sbagli di un solo secondo possono rivolgertisi contro’. E posso dirvelo: aveva ragione”.

Crediti foto@Kikapress