Documentata nei Paesi Bassi la trasmissione del coronavirus Sars-CoV-2 da uomo a visone e da visone a uomo. La prova arriva da uno studio pubblicato su ‘Science’ da un team di ricercatori che hanno sequenziato il genoma virale dei focolai di Covid-19 registrati in 16 allevamenti olandesi di visoni. Il virus sarebbe stato introdotto dall’uomo per poi evolversi, spiegano Bas B. Oude Munnink e colleghi dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam. 

“Ulteriori ricerche su visoni e altre specie di mustelidi sono importanti per capire se questi animali rischiano di diventare un serbatoio di Sars-CoV-2”, scrivono gli scienziati. “E’ imperativo – avvertono – che il settore della produzione e del commercio di pellicce non diventi serbatoio di un futuro spillover di Sars-CoV-2 per gli esseri umani”. 

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Sebbene sia stato documentato che diversi animali sono sensibili all’infezione da Sars-CoV-2, l’origine zoonotica della pandemia di nuovo coronavirus è ancora sconosciuta. Nel senso che resta ancora da capire qual è stato l’animale ‘ponte’ che ha acceso la miccia dell’epidemia nell’uomo.  

Nei Paesi Bassi – ricordano gli autori dello studio – il virus è stato diagnosticato per la prima volta in due allevamenti di visoni a fine aprile 2020. E’ stato quindi attivato il sistema di risposta nazionale per le malattie zoonotiche ed è stato implementato un ampio programma di sorveglianza. Dal canto suo, l’équipe di Bas B. Oude Munnink ha condotto un’indagine approfondita tra i primi 16 allevamenti di visoni in cui sono stati registrati focolai di Covid-19, combinando tecnologie per la diagnosi dell’infezione, metodiche di sequenziamento genico e interviste agli allevatori.  

Alla fine del giugno scorso, 66 su 97 (il 68%) fra residenti negli allevamenti oggetto della ricerca, dipendenti e/o contatti esaminati erano risultati contagiati da Sars-CoV-2. L’analisi dei genomi virali ricavati dai visoni ha mostrato una varietà di sequenze, maxi cluster di infezione che – riportano gli studiosi – apparivano originati da casi umani di Covid-19 causati da virus portatori di mutazione D614G. Ma dalle operazioni di sequenziamento è emerso anche che alcune delle persone testate sono state infettate da ceppi virali la cui sequenza genetica presentava una ‘firma animale’. In altre parole, i ricercatori hanno dimostrato da un lato la trasmissione uomo-visone, dall’altra quella visone-uomo. Ulteriori indagini non hanno rilevato alcuna ricaduta sulla salute delle persone che vivevano nelle immediate vicinanze degli allevamenti considerati.