Che camminare porti benefici al nostro organismo è risaputo, ma ora la scienza avverte: il passo svelto allunga la vita

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Molti studi hanno certificato che camminare fa bene alla salute del nostro organismo, ma ora ne arriva uno che consacra definitivamente l’andare a passo svelto. La camminata veloce allunga la vita, anche di 20 anni.

Camminare a passo svelto allunga la vita (anche di 20 anni): lo studio

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La scienza continua a stupirci e ci ricorda che piccoli gesti possono avere un impatto straordinario su di noi. Non solo camminare stimola la creatività, ma secondo quanto scoperto da uno studio australiano, allunga la vita.

Per 15 anni il team del George Institute for Global Health in Australia e il Menzies Research Institute in Tasmania ha seguito 3 mila persone con età media di 59 anni. Coloro che avevano aumentato i passi da 1000 a 10.000 al giorno diminuiva il rischio di mortalità del 46%.  Della stessa opinione anche la ricerca condotta dal NIHR (Istituto nazionale per la ricerca sulla salute del Leicester Biomedical Research Center) e pubblicato sul Mayo Clinic Proceedings (qui lo studio).

“I camminatori veloci possono vivere fino a 20 anni in più. – Ha dichiarato Thomas Yates tra i principali autori dello studio – Migliora la forma fisica cardiovascolare, che è una misura dell’efficienza del tuo cuore, e la tua capacità di utilizzare l’ossigeno, che è un indicatore di forma fisica”.

Cosa vuol dire andatura a passo svelto?

Camminare fa bene sì, ma non se si fa una camminata lenta (come hanno dimostrato diversi studi). E allora cosa si intende con ‘passo svelto’? È quella camminata che rende il respiro pesante, dove si è in grado di parlare ma non di cantare.

A trarre maggior benefici da questo esercizio sarebbero le donne, stando ai dati della Biobanca britannica su 475mila persone di 50 anni. La vita si allungherebbe di ben 14 anni.

Crediti foto@Shutterstock

Nota: il presente articolo è il frutto di una ricerca e di una elaborazione di notizie presenti sul web. Con la presente l’autore, la redazione e l’editore declinano ogni responsabilità  e invitano i lettori ad eseguire un’attenta verifica e a rivolgersi sempre ad un medico specialista.