Il Messaggero

Primo studio sugli effetti del tocilizumab

Da Brescia arrivano i primi risultati su uno studio condotto su 100 pazienti affetti da Coronvarius e trattati con il tocilizumab: il farmaco funziona nel 77% dei casi.

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I dati sono incoraggianti

Dati incoraggianti quelli che arrivano dallo studio condotto da un gruppo di specialisti di Anestesia e Rianimazione, Malattie Infettive, Reumatologia, Pediatria, Biochimica Clinica e Immunologia dell’Università degli Studi di Brescia.

L’analisi di 100 pazienti trattati con il tocilizumab, il farmaco usato contro infiammazioni patologiche come l’artrite reumatoide, dimostra che il 77% dei casi è migliorato o rimasto stabile.

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Dei 100 pazienti: 43 erano in terapia intenzi

43 pazienti ricoverati in terapia intensiva e 57 fuori dalla terapia intensiva per insufficienza di posti letto.

I dati seganti a 24/72 ore dalla somministrazione del farmaco sono stati messi a confronto con quelli a 10 giorni dalla stessa.

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I risultati dello studio

Nei 43 pazienti di terapia intensiva, 32 sono migliorati, 1 è rimasto stabile, 10 sono deceduti. Dei 57 casi fuori dalla terapia intensiva, 37 sono migliorati, 7 sono rimasti stabili. 13 sono peggiorati (1o decessi e 3 sono stati spostati in terapia intensiva).

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Su 100, 77 pazienti sono rimasti stabili o migliorati

“Complessivamente, a 10 giorni, la condizione respiratoria è migliorata o si è stabilizzata in 77 pazienti (77%), – ha spiegato Nicola Latronico dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione 2 e portavoce dello studio – di cui 61, in sede di esame di radiografia del torace, hanno mostrato una riduzione significativa delle lesioni polmonari e 15 sono stati dimessi dall’ospedale.”

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