Acque cristalline e spiaggia incontaminata: ecco le isole più sostenibili d’Italia

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In Italia, la sostenibilità ambientale rappresenta una sfida importante, soprattutto per le isole minori. Un recente rapporto di Legambiente ha analizzato la situazione ecologica di 27 piccole isole abitate, assegnando loro un indice di sostenibilità che evidenzia i progressi fatti e le sfide ancora da affrontare.

I parametri valutati comprendono il consumo del suolo, la gestione dei rifiuti, l’uso di acqua ed energia, la mobilità, lo sviluppo delle aree protette e i regolamenti edilizi. Alcune isole si sono distinte per i loro sforzi ecologici, offrendo un esempio di sostenibilità da seguire.

Al primo posto della classifica si trovano le isole Tremiti, situate nel mar Adriatico al largo delle coste pugliesi, con un indice di sostenibilità del 53%. Queste isole si sono dimostrate virtuose anche nella riduzione della dispersione idrica, registrando il valore più basso nel rapporto Legambiente (pari al 9%). Ecco il resto della classifica:

  • Al secondo posto le isole Egadi, con un indice di sostenibilità del 49%.
  • Il terzo posto è occupato dalle isole Eolie, con un indice di sostenibilità del 49%.
  • La quarta posizione spetta alle isole Pelagie, con un indice di sostenibilità del 49%.
  • La quinta posizione è occupata dall’isola di Capraia, con un indice di sostenibilità del 47%.
  • Al terzultimo posto si trova l’isola di Ischia, con un indice di sostenibilità del 29%.
  • Alla penultima posizione si colloca l’isola d’Elba, con un indice di sostenibilità del 26%. L’isola presenta una delle dispersioni idriche più elevate d’Italia e un alto numero di veicoli privati.
  • In coda alla classifica si trova l’arcipelago della Maddalena, con un indice di sostenibilità appena del 21%. La dispersione idrica rappresenta una delle principali preoccupazioni per questa località.

Non farti ingannare dal mare cristallino: la bellissima spiaggia pugliese dove sono stati scoperti liquami sversati in mare

Recentemente, è stato scoperto che, per oltre 15 anni, nel mare di fronte al castello di Gallipoli sono stati riversati liquami in modo illegale.

I residenti, i commercianti e i gestori di case vacanze evitavano di utilizzare il sistema fognario ufficiale per comodità e per evitare di pagare ulteriori tasse, e scaricavano i loro rifiuti direttamente in mare, attraverso un sistema abusivo.

Secondo i calcoli, sono state gettate oltre 85.000 tonnellate di reflui, un numero impressionante, nelle ancora cristalline acque della zona. Le autorità militari della Guardia Costiera, in collaborazione con la procura di Lecce, hanno identificato i presunti responsabili e comminato multe fino a 30.000 euro.

Foto: Shutterstock