Il successo del film ‘C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi scatena la domanda degli spettatori: perché le scene di violenza diventano un ballo?

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Lo strepitoso successo di C’è ancora domani sta mettendo d’accordo pubblico e critica italiani, con una domanda che sta però sorgendo in tutti coloro che hanno visto la pellicola di Paola Cortellesi: perché le scene di violenza, nel film, diventano un balletto surreale? In molti, infatti, hanno notato che quando lui, uomo, picchia lei, donna, non viene mostrata la violenza nella sua crudità, quanto piuttosto una vera e propria coreografia. Ma qual è il motivo di tutto questo? A spiegarlo è uno dei protagonisti del film, Valerio Mastandrea. Quale sarà la ragione di questa scelta artistica?

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C’è ancora domani: perché c’è un ballo al posto delle scene di violenza?

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. In un’intervista a Repubblica, l’attore ha parlato del copione di C’è ancora domani, spiegando il motivo che ha portato a mostrare un vero e proprio ballo durante le scene di violenza.

Quello che ti permette di fare il cinema è sicuramente meno forte della realtà, che è sempre più forte di un film. Ma ti racconta la realtà in una maniera poetica e devastante nella sua poesia, penso alle scene di violenza accompagnate da quelle coreografie. È una cosa unica. Ti dice che in quella famiglia quella routine delle botte era come mettere su un disco. Ci sono tante letture“, ha dichiarato.

Insomma, un significato simbolico che, per quanto stia facendo discutere, è estremamente profondo.

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Nel frattempo, dopo oltre 14 milioni di euro di incasso al box office e il risultato straordinario di film italiano più visto dopo la pandemia, C’è ancora domani conquista anche il cinema internazionale, essendo già stato venduto in 15 paesi.

Inoltre, il film è al momento il quinto più visto del 2023, dietro a colossi e blockbuster come Barbie e Oppenheimer.

Photo Credits: Kikapress